La Battaglia dei Sessi, la recensione del film su Billie Jean King

La più grande sfida di tennis della storia arriva al cinema con il premio Oscar Emma Stone e Steve Carell
La Battaglia dei Sessi, la recensione del film su Billie Jean King

Arriva il 19 ottobre in sala il nuovo film sportivo sul tennis, ma non solo, un film sui diritti, sulla parità, sulla libertà di essere se stessi.

Nel cuore dello scandalo Weinstein, del sessismo ai più alti livelli del potere mondiale (leggi Casa Bianca) delle differenze ancora fortemente radicate nella società tra uomini e donne, arriva al cinema La Battaglia dei Sessi, film che ruba il suo titolo al match di tennis che racconta, con protagonisti il passato e il presente del genere umano, fatti carne e ossa in Billie Jean King e Bobby Riggs.

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Il film racconta il leggendario incontro sportivo tra la campionessa di tennis Billie Jean King e lo sfidante Bobby Riggs, passato alla storia come La battaglia dei sessi. 1973, l’attempato Riggs (Steve Carell) sfila ancora sul campo, principalmente grazie alle doti di intrattenitore, affascina i media e il pubblico presente, e lancia dichiarazioni maschiliste, che non può rimangiare. Secondo lui le donne sono inferiori, non possono giocare a tennis “altrimenti chi raccatterebbe le palle?”. Dichiarazioni pesanti che non vanno a genio a Billie Jean King (Emma Stone), campionessa ventinovenne, paladina della lotta contro il sessismo, che sta già portando avanti una lotta personale per ottenere la parità di salario tra tennisti maschi e femmine. Le annota, raccoglie la sfida e dà al suo avversario appuntamento a Huston. Il resto è storia (della tv, dello sport, della lotta alla parità di diritti).

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