The Irishman: la recensione dell'opera monumentale di Scorsese

Il regista, sostenuto da Netflix, arruola tre big come De Niro, Pacino e Pesci e firma un film che non passerà inosservato
The Irishman: la recensione dell'opera monumentale di Scorsese© Niko Tavernise / NETFLIX

ROMA - “Ho 76 anni, non so cosa accadrà. Per questo ho detto sì a Netflix. Così Martin Scorsese ha spiegato in conferenza stampa perché si è affidato alla piattaforma di streaming per la realizzazione del suo ultimo lavoro, The Irishman.
Quello che non ha detto, forse perché è scontato alla fine, è che Netflix con una montagna di soldi gli ha permesso di realizzare l’opera della sua vita. Un film che è il compendio della sua carriera. Molti scrivono un testamento. Meglio forse una riflessione. Su tutti i temi che hanno sempre avuto un ruolo centrale nella sua filmografia.
The Irishman parla di sensi di colpa, malinconia, vecchiaia. E’ un’opera monumentale da tre ore e mezzo in cui il regista ha potuto mettere tutto se stesso: professionalmente e non. Ha voluto lavorare con i suoi vecchi amici (così ha detto dei tre attori protagonisti) ed ecco perché ha usato pesantemente gli effetti speciali per ringiovanire i suoi protagonisti. 

La trama

Frank Sheeran è un sicario della mafia italiana, amico della famiglia Bufalino. Incrocia la sua strada con il noto sindacalista Jimmy Hoffa fino ad essere coinvolto nella sua misteriosa sparizione. Il film procede per piani temporali differenti. La voce narrante è di Frank anziano, che ricorda la sua vita. 

Senza limiti

Scorsese ha arruolato un cast senza precedenti, in cui spiccano Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci. Tre mostri di bravura, anche se Pesci incarna un personaggio così diverso dai suoi precedenti da stupire lo spettatore.
Il regista ha lavorato in totale autonomia, senza le ansie delle produzioni dirette alla visione in sala (in Italia si vedrà solo in alcuni cinema per qualche giorno, dal 4 al 6 novembre, per poi essere disponibile su Netflix dal 27 novembre).
Ha potuto quindi prendersi tutto il tempo e tutti i tempi che riteneva necessari per il suo racconto. Non è quindi un film dal montaggio serrato, tutt’altro. La narrazione procede lenta: a Scorsese non interessa l’azione in sé, ma solo quando mostra qualcosa di un personaggio. E’ ai personaggi e alle riflessioni che portano con sé che è interessato.
Un’opera mastodontica, quindi. Ambiziosa. E che richiede impegno nella visione. Ma che ripaga con la sensazione di essere di fronte a qualcosa di unico.

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