Recensione Dune: il remake di Villeneuve funziona (abbastanza)

Il film ha tutti gli elementi della fantascienza di qualità. Con qualche dubbio...

La fantascienza di qualità si riconosce quando va oltre il mero effetto speciale, la visione superficiale e manieristica di un futuro fatto di navicelle spaziali, visori olografici e via dicendo. Si riconosce quando ritrae il domani per parlare di oggi. Magari per mettere in guardia. In questo, il Dune di Denis Villeneuve è un prodotto tra i più meritevoli degli ultimi anni.

La trama

L’Imperatore assegna la gestione di Arrakis alla casa Atreides. Sul pianeta è presente la “spezia”, la più preziosa sostanza dell’universo. Il controllo del pianeta scatenerà però una guerra con gli Harkonnen (e non solo), i precedenti amministratori del pianeta.

Grande vs. piccolo

Riprendendo in mano il romanzo di Frank Herbert il regista Villeneuve confeziona un remake di livello assoluto. E non era per niente scontato. Due big del cinema come Lynch e Jodorowsky in passato hanno avuto i loro problemi nel trasferire sul grande schermo la complessità del ciclo letterario di Herbert.
Villeneuve non sfigura, anzi. Forgia un film con un’ottima sceneggiatura, forte anche della possibilità di dividere il materiale in due film. Sì, perché questo Dune è solo la prima parte di un’opera che dovrà essere giudicata meglio nella sua interezza. Per ora non si può non notare l’impianto visivo eccezionale. Gli ambienti sono mastodontici, anche gli interni. Non solo il deserto è sterminato e la vista si perde, anche i palazzi, le stanze, non sono a misura d’uomo e sembrano infiniti. Di contro, soprattutto nella prima parte del film in cui la sensazione è di avere di fronte tanti pezzi di un puzzle che prima o poi dovrà necessariamente unirsi, ci sono le “piccole” storie di uomini. Con i giochi di potere, le lotte, gli inganni, le strategie e le dinamiche familiari. Alle gigantesche e fragorose armi da battaglia si contrappongono gli aghi delle spie, in un continuo contrapporsi di grande/piccolo che è uno dei leitmotiv della del film.

Cast di livello

Un grande lavoro è stato fatto anche con il casting. Timothée Chalament ha la faccia e l’espressività giusta per il protagonista. Rebecca Ferguson, che interpreta sua madre, incarna perfettamente la natura complessa del personaggio. Spicca anche Oscar Isaac che dà al Duca Atreides una profondità spiccata.

Cosa non va

Passiamo alle note meno positive. Il Dune di Villeneuve è talmente rigoroso da risultare a tratti un po’ freddo, demandando solo ad alcune scene un trasporto più accentuato. Non c’è spazio per alcun tipo di rottura ad una austerità fin troppo spinta. L’apparato musicale di Hans Zimmer è qualitativamente meraviglioso, ma davvero troppo soffocante. Tutto è sempre sottolineato da sonorità epiche a volte ridondanti, invasive e in qualche caso non necessarie.

Detto questo, è un film che va visto e non solo dagli amanti della fantascienza. Uscirà nelle sale giovedì 16 settembre.

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