
Provocatorio. Audace. Esplosivo. BABYGIRL è il nuovo thriller erotico di Halina Reijn con Nicole Kidman, vincitrice della Coppa Volpi al Festival del Cinema di Venezia e candidata ai Golden Globes come Miglior Attrice Protagonista.
Il film di A24 ha come protagonista Nicole Kidman nei panni di un potente amministratore delegato, la cui relazione con uno stagista molto più giovane (Harris Dickinson) minaccia la pace della sua carriera e della sua famiglia. La Kidman è stata nominata ai Golden Globe come attrice in un film drammatico all'inizio dell'anno, ma non è stata inserita nella rosa dei candidati agli Oscar del 2025.
Cinefilos.it nella sua recensione definisce il film: "Una pellicola che affronta ogni aspetto dell’argomento che vuole raccontare: le dinamiche di potere, le devastanti conseguenze, ma anche il ricatto, e il concetto fondamentale del consenso, che è a tutti gli effetti il punto cardine di ogni relazione. Samuel è un personaggio interessante ma quasi accessorio allo sviluppo del personaggio di Romy: lui è già apparentemente consapevole di chi è e cosa vuole e serve da tramite, per lei, verso la sua nuova vita".
Sul film la regista Halina Reijn ha dichiarato: "Tutti noi abbiamo una piccola scatola nera piena di fantasie e tabù che vorremmo non condividere mai con nessuno. Sono affascinata dalla dualità della natura umana e con questo film ho cercato di far luce, senza giudizio, sulle forze opposte che compongono le nostre personalità. Per me, il femminismo è la libertà di esplorare la vulnerabilità, l'amore, la vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una donna.
Invecchiare significa affrontare l'infinità di tutto. A metà della nostra vita, non possiamo più nasconderci e dobbiamo confrontarci con i nostri demoni interiori. Più sopprimiamo la nostra ombra, più il nostro comportamento può diventare pericoloso e dirompente. La relazione al centro di Babygirl permette a Romy e Samuel di esplorare la loro confusione riguardo al potere, al genere, all'età, alla gerarchia e all'istinto primordiale. Nonostante la sua natura proibita, la gioia di quell'esplorazione è liberatoria, persino curativa."