Gli auguri di Federica Pellegrini: «Avete 75 anni? Li portate bene!»

«Con voi la prima intervista e quella volta in redazione con Castagnetti. Ho sempre letto i giornali, mi arrabbio con i giovani che guardano solo i titoli sparati»
Gli auguri di Federica Pellegrini: «Avete 75 anni? Li portate bene!»© ANSA

Qualche settimane fa ci ha regalato l’onore di aprire la carrellata di ricordi all’hashtad #federaccontatada, il suo modo di rovesciare la medaglia del rapporto giornalista-atleta, facendo centro anche lì e inaugurando (inventando, finanche) un nuovo modo di comunicare. Ora, appena scesa da un raduno in altura, ci regala un augurio e molto più per il nostro compleanno.

Com’è andata a Livigno?

«Bene. Mi serviva per riprendere un po’ il regime perso causa Covid e per staccarmi dalla routine giornaliera di Verona: m’ha permesso di concentrarmi molto, ma anche di riprendermi».

Pronta per la prima gara al Sette Colli, fra due settimane?

«Sono iscritta a 50, 100 e 200 sl, ma deciderò giorno dopo giorno. Non cerco i tempi, ma una presa di coscienza. Sono più curiosa di vedere come vado dopo tutto quello che è successo. Vorrei dare un senso a tutti questi mesi, anche se, come dice Vasco, un senso non ne ha».

Intanto il Cio ha confermato in toto il programma olimpico di Tokyo 2020 per il prossimo anno.

«Almeno quello è un punto fermo, anche se devo ammettere che un po’ di paura c’è. Viviamo sospesi, guardando le notizie di nuovi focolai e in attesa della ripartenza del virus che per tutti ci sarà. Cerco di non pensarci. Il problema sarà l’inverno. Speriamo che non succeda nulla di grave come all’inizio, che ora ci siano l’organizzazione e gli strumenti per essere preparati».

Vabbè, al massimo farai un altro anno…

(ride) «No. No, no no no». A proposito di anni, Tuttosport ne compie 75. «Wow, portati bene».

Com’è rapporto il coi giornali e in particolare con il nostro?

«Tuttosport mi ha sempre seguita. Tu sei stato uno dei primi a intervistarmi e ad essere ancora nel giro dopo tutti questi anni. Mi conosci bene. Sei e siete stati un punto fermo per me. Allora come adesso. E la vostra storia è ben più lunga». Adesso ci fai arrossire… «La verità. In questi anni sono cresciuta e con me il mio rapporto coi media. Ma alla fine Tuttosport e giornalisti come te ci sono sempre stati e ci sono. Per questo vi faccio un grandissimo in bocca al lupo per il futuro e tanti altri anni. E soprattutto un ringraziamento».

Come il vostro di atleti, il futuro dei giornali ora vive di incertezze e difficoltà.

«Il problema è che i giovani non li leggono, sono nativi digitali. Leggono solo il titolo sui social, non l’articolo. Non approfondiscono. È una cosa che mi fa arrabbiare, spesso».

Non lo dire a noi…

«Il problema è che in questo modo si tende sempre di più a fare un titolo bomba per andare a caccia di like e poi dentro c’è scritto tutt’altro».

Tu invece hai un rapporto diretto coi giornali cartacei.

«Vero. Ho sempre letto i giornali perché in casa mia non sono mai mancati. Mio papà li ha sempre comprati. Lui fa parte di quella generazione che non può stare senza».

Qual è il ricordo più vivo che hai di Tuttosport?

«Quella prima intervista a Madrid nel 2004 che hai ricordato pochi giorni fa nella carrellata di pensieri su di me di voi giornalisti che ho voluto sul mio profilo Instagram. E soprattutto quella volta che sono venuta in redazione da voi a Torino con Alberto (il compianto allenatore Castagnetti, ndr). Tanti anni fa. Eravamo in collegiale lì. è stata l’occasione per vedere una grande redazione, come si fa un giornale».

Qualche volta ti abbiamo fatta anche arrabbiare…

«Sì, ma come tutti».

Torino e Tuttosport significano anche Juventus.

«Faccio il tifo per i bianconeri, anche quella è una tradizione familiare. Non sono sfegatata, una che vede tutte le partite, ma uno dei miei crucci è non essere ancora riuscita ad andare in quel bellissimo stadio. Mi hanno invitata tante volte, ma non sono mai riuscita a trovare l’occasione e il tempo. Però devo assolutamente venire a vedere CR7 dal vivo».

A proposito di campioni, chi vorresti conoscere?

«Roger Federer, anche solo per farci una foto. Spero che il prossimo anno a Tokyo ne avrò l’occasione».

Quali altri sport segui di più?

«Nessuno da malata, però mi capita di seguirne tantissimi. Mi aggiorno. E più degli sport mi piacciono i personaggi che lo praticano».

Tipo la Goggia che hai da poco conosciuto?

«Ecco. Sofia si sta allenando spesso a Verona, dove c’è il suo preparatore. Ci siamo viste, ci siamo trovare anche a cena. Lei è una super tosta, una che ha chiaramente in testa il suo obiettivo, quello che vuole fare. Testona? Ci vuole anche quello».

Torniamo al rapporto con i media. C’è il capitolo social.

«Uso Twitter per informarmi, ma direttamente dai canali delle principali testate e agenzie. Non sono una social del primo momento, però mi piace molto Instagram, che ho aperto nel 2013, quindi relativamente da poco. Mi ha aiutata tanto ad arrivare alle persone, io che per carattere sembro sempre sulle mie, che magari se la tira. Con questo mezzo ho creato un collegamento più diretto, mi sono fatta conoscere non solo per la Federica nuotatrice».

Uno dei suoi grandi successi, come certifano i ben 1,2 milioni di follower.

«La cosa che mi rende più orgogliosa è che lo gestisco al 100% io, da sola. Sicuramente si potrebbe fare meglio e ricavarci anche di più, ma per me è un divertimento e ne vado fiera. Tanti mi dicono che è un bel profilo, che sono io. Non è un lavoro, come per molti campioni e il loro entourage, ma lo trovo appunto un modo per farmi conoscere meglio al di fuori dalla vasca».

In questo molto ha contribuito anche la tv.

«Vero. È stata una delle decisioni più azzeccate della mia vita. Fare il giudice di Italia’s Got Talent mi ha catapultata in un mondo dove la piscina non contava più nulla. Ho dovuto mettere da parte la mia parte testarda, determinata, finanche stronza, l’unica che la gente conosceva, per uscire come donna e ragazza. È stato un rischio, ma mi ha dato molta sicurezza».

Ci sarà anche quest’anno?

«Stiamo decidendo. Mi vogliono, ma devo capire bene le date di registrazione, perché sono dieci giorni tolti al nuoto. Devo capire dove e come metterli per non influire negativamente sulla preparazione di quest’anno». Fede la perfezionista… «Inevitabile, specie in questo ultimo anno».

Dopo farà tre bambini come Michael Phelps?

(ride) «Uno alla volta… Scherzi a parte, fin da giovane la mia volontà è stata quella di mettere su una famiglia bella come la mia. Spero un giorno di essere in grado di farlo. Per ora mi alleno con Vanessa e Rocky, i miei due nani a quattro zampe… Bulldog francesi, razza testona ma dolcissima».

Come te…

(ride) «Sono più dolci…».

A proposito di sentimenti, da tempo sei riuscita a tenere molto lontano il gossip.

«Sì, e ne avevo bisogno. Sono uscita da una storia importante (quella con Filippo Magnini, ndr) che è sempre stata sotto i riflettori. Non ne potevo più di dovermi giustificare o fare dichiarazioni. Avevo bisogno di essere più riservata. Sinceramente pensavo che il gossip fosse molto più pressante, invece mi hanno rispettata molto. Forse anche perché dopo un po’ che ti vedono fare il percorso casa-piscina-casa due volte al giorno si saranno stufati…».

È in piena estate, ma dovete ancora iniziare a gareggiare…

«Non mi ci fare pensare. Ho una voglia di mare incredibile, di sentire addosso il sale. Basta cloro. Matteo (il tecnico Giunta, ndr) mi lascerà due settimane dopo il Sette Colli. Starò in Italia e il 31 agosto ripartirò già da Livigno con la prima altura olimpica».

In vacanza potrà anche sgarrare sulla dieta.

«Non so. Non l’ho ancora detto a nessuno, ma sono appena uscita da un grave problema intestinale, con 20 giorni di antibiotici per un batterio preso non so come e dove. Mi è già successo. Alle Olimpiadi di Londra. Ma dopo le gare. Colpa di una cena a base di ostriche e champagne da Harrods. Tre giorni di febbre e vomito. Un disastro».

A proposito di voltastomaco, cosa pensi dei casi di razzismo, da George Floyd a Beatrice Ion, l’azzurra del basket paralimpico?

«Una notizia che mi fa fatto venire la pelle d’oca. La stupidità umana non ha limiti. Ma come fai? Sei veramente un uomo di m… Con una donna, poi. E in sedia a rotelle. Che schifo! Non riesco a capacitarmi. Nel mondo ormai c’è sempre più un clima d’odio incredibile».

Il messaggio di pace delle Olimpiadi per questo può ancora funzionare?

«Sì, continua ad avere un senso. Lo sport ha un grande potere di cambiare le coscienze, ma poi ci troviamo sulla strada e lì la responsabilità di farci pensare e agire in un certo modo è di chi ci governa. Noi sportivi arriviamo fino a un certo punto»

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