Esports, allenamento a 360°

SALUTE & SPORT Il professor Gastaldo ci spiega le basi per prestazioni e prevenzione dei gamers: tecnica, forma  fisica, brillantezza cognitiva, solidità mentale
Esports, allenamento a 360°

Prosegue il nostro viaggio settimanale nel mondo dello sport osservato da un punto di vista medico con il duplice obiettivodi  capire le dinamiche dell’attività professionistica e ricavarne al contempo consigli pratici per tutti gli sportivi. Ci avvaliamo in questa occasione della competenza del dottor Marco Gastaldo, Medico Chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria). Presso la clinica Isokinetic Torino si occupa di diagnosi e terapia per patologie muscolo – scheletriche negli sportivi di ogni livello, con interesse particolare per la medicina degli Esports.

Gli Esports sono una forma di videogioco a livello competitivo che registra un grande interesse in ambito globale. Data la crescente partecipazione a queste attività sia su base amatoriale sia su base professionale, anche la ricerca e la pratica medica si sono dedicate a questo campo in maniera crescente negli ultimi anni. In centri specializzati si è ora in grado di fornire un’assistenza medica ad hoc per coloro che si dedicano agli Esports. Un’assistenza mirata a limitare il rischio di infortunio e a portare al massimo la propria preparazione, dunque la propria competitività.

Proprio grazie al grande boom degli Esports si è compreso meglio che per garantire ai giocatori (i gamers) l’equilibrio tra salute e prestazioni di alto livello e per prolungare la loro carriera è necessaria una corretta gestione fisica, medica e riabilitativa. Considerando le richieste funzionali necessarie per primeggiare negli Esports, i gamers sono realmente da considerare “atleti cognitivi”, dunque il training e le strategie di esercizio devono essere specifiche e mirate.

Diversi studi lo confermano: per ottenere performances di livello assoluto negli Esports occorre un team di cura specializzato e multidisciplinare, con una guida medica per lo studio di fattori di rischio, la valutazione funzionale mirata e l’impostazione di un solido programma di allenamento non solo sul piano tecnico, ma anche - appunto - cognitivo, fisico e mentale. Ogni gamer che compete o aspira a competere ad alto livello ormai dovrebbe ricevere una valutazione medica completa almeno a cadenza annuale per uno screening generale e per impostare le corrette strategie di allenamento e prevenzione degli infortuni. Il training cognitivo e visivo è decisivo e l’esercizio fisico deve rientrare nella routine di allenamento quotidiano. L’esercizio infatti - oltre a garantire i noti benefici sulla salute generale - ha un impatto positivo sul funzionamento cognitivo e sulla resistenza alla fatica.

Dunque - come evidenziato anche dall’Isokinetic Esports Performance and Rehabilitation Centre, che ha studiato un modello in sinergia tra l’entourage dell’atleta (coach, agenti, squadra) e il team medico - sono sostanzialmente quattro i pilastri su cui costruire il proprio successo negli Esports, diventare i migliori e mantenere prestazioni costanti di alto livello: non basta essere tecnicamente allenati (1° pilastro), è necessario anche essere fisicamente in forma (2°), cognitivamente brillanti (3°) e mentalmente solidi (4°).

È poi ormai accertato che i gamers possano andare incontro a infortuni e disturbi medici a seguito delle elevate sollecitazioni neuromotorie a cui sono sottoposti durante gli allenamenti e le competizioni. Così come calciatori, pallavolisti, sciatori... (e via a seguire con tutte le discipline “di movimento” e/o contatto) devono fare i conti con determinate insidie e specifiche tipologie di infortunio, così anche i gamers devono mettere in conto un lavoro mirato per alzare il livello prestativo e ridurre il rischio di infortuni specifici. Un importante studio scientifico pubblicato nel 2019 sul “British Medical Journal Open Sport & Exercise Medicine” riporta che i disturbi più frequenti nei gamers possono includere affaticamento degli occhi, cervicalgia e lombalgia, sindromi da compressione nervosa. Ma se fino a qualche anno fa accadeva spesso che la carriera di un gamer professionista (pro gamer) terminasse presto - in media intorno ai 25-26 anni, a causa di infortuni da sovraccarico che portavano a un progressivo peggioramento delle prestazioni - con una preparazione mirata e cure specializzate si può ora superare questo limite e costruire successi sportivi e salute più a lungo termine per questi atleti.

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