Donne e gaming: qual è la situazione in Italia?

Il gaming al femminile è la sfida dei prossimi anni, anche in Italia.

La ricerca realizzata dall’Osservatorio Italiano Esports in collaborazione con Demoskopea Consulting ha tentato di analizzare per la prima volta il settore esports e gaming italiano da un punto di osservazione femminile, cercando di capire quale sia l’attuale situazione delle giocatrici nel nostro paese. Secondo il precedente report 2021 di IIDEA, le gamer italiane rappresentano una percentuale intorno al 38% nella fanbase, cifra che scende al 33% tra gli avid fan. Numeri che raccontano come la componente femminile nel gaming e nell’esports sia più che presente, tuttavia questi numeri non trovano poi riscontro nella scene professionistiche.

Inclusione parola chiave

La nuova ricerca punta proprio a comprendere quali siano le motivazioni che impediscono alle giocatrici di pareggiare in termini di presenza i loro colleghi uomini. Su un campione di 1000 utenti provenienti da tutta Italia, il primo dato significativo che emerge conferma i dati di IIDEA, identificando l’audiance femminile pari al 35% dell’intero pubblico esports/gaming. Questi si dividono in modo quasi omogeneo tra chi pensa che il settore sia abbastanza inclusivo, il 45% delle intervistate, e chi reputa il settore poco inclusivo, pari al 40%, ponendo l’attenzione su un settore che va necessariamente migliorato sotto questo aspetto. Il lato positivo è che solo il 4% si sente totalmente escluso, mentre il 12% crede che in Italia gli esports siano completamente inclusivi.

Meno sponsor per le donne

Un altro dato che salta all’occhio è l’idea che le intervistate hanno sulle motivazioni che portano alla disparità di presenza e di trattamento tra uomini e donne nel settore esports italiano. Secondo il 44% del campione utilizzato la principale causa è da identificare nella carenza di sponsor pronti a sostenere le figure femminili, giocatrici o content creator che siano. La seconda causa, con il 42%, racconta invece la volontà delle donne di trovare più spazio: secondo loro c’è una preponderanza numerica di giocatori professionisti e creator di sesso maschile. La motivazione è tuttavia più profonda e va ricercata nelle discriminazioni a cui sono soggette le giocatrici o le content creator durante le loro sessioni di gioco: il 32% del campione ha ammesso di aver ricevuto offese o trattamenti similari. Un fattore che spinge inevitabilmente molte giocatrici ad abbandonare la competizione o la propria presenza su piattaforme come Youtube o Twitch, non avendo a disposizione un ambiente sereno e inclusivo in cui crescere, sia competitivamente che per la produzione di contenuti.

Kafkanya la più apprezzata

Interessante infine la classifica di gradimento delle principali player o streamer del settore gaming e esports in Italia. Le più seguite a pari merito con il 16% sono Virginia Gambatesa, conosciuta come Kafkanya, e Madalina Ioana Filip, Mady_Gio, seguite subito dietro da Sofia Mina Delle Cave, ovvero Shiftymine. Tra coloro che in Italia stanno spingendo per sviluppare il movimento femminile c’è Women in Games, la cui fondatrice Micaela Romanini ha espresso fiducia nel futuro, visto il salto di popolarità tra il pubblico femminile negli ultimi anni, mantenendo tuttavia l’attenzione sull’assenza nel gaming professionistico: “Il basso numero di donne impiegate nel settore del gioco professionale sembra in parte il risultato di strategie di marketing volte a incoraggiare una popolazione demografica molto più specifica: uomini di età compresa tra 21 e 34 anni. Con Women in Games Italia operiamo per promuovere la tematica dell’inclusione di genere nel settore del Videogioco e degli Esports.

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