
Cinque anni di tempo per diventare il punto di riferimento dei simulatori calcistici. Parole e musica di Eugene Nashilov, CEO di Strikerz Inc, la società che ha sviluppato UFL. Un obiettivo ambizioso in un lasso di tempo abbastanza ampio. Perché per diventare il competitor di EA Sports FC c’è davvero tanta strada da fare, ma bisogna sottolinearlo, in questi anni è stato fatto sicuramente un buon lavoro in fase di sviluppo. Le criticità in UFL ci sono e sono anche piuttosto evidenti in ottica gameplay. Nella sostanza, invece, il videogioco rispetta le aspettative. L’anima free to play fa il resto senza barriera d’ingresso, senza reset annuali e senza microtransazioni casuali per ottenere i calciatori.
Gameplay: gioie e dolori
Cominciamo dalle basi: UFL è sviluppato in Unreal Engine 5. Il gameplay è divertente e la fisica dei calciatori non è così tanto distante da EA Sports FC 25. L’esperienza, però, è un po’ più arcade e si muove in maniera diametralmente opposta se siete alla ricerca di realismo. Il feedback, pad alla mano, è quello della golden age di Konami: un fattore positivo per i più nostalgici, con il titolo che sembra quasi strizzare l’occhio agli ultimi Pro Evolution Soccer efficienti (molto prima dell’arrivo di eFootball, ndr), meno per le nuove generazioni abituate alla frenesia prima di FIFA e successivamente EA Sports FC. Belli e reali i movimenti dei portieri tra i pali, meno i contrasti e le scivolate.
Difesa da rivedere
Tuttavia, se il gameplay nella metà campo offensiva riesce a divertire, le difficoltà iniziano a emergere in fase difensiva. Contenere le folate non è semplice, soprattutto quando i calciatori riescono a prendere velocità. In alcune circostanze, non basta il tempismo del miglior Nesta o la cattiveria di Gattuso. Le difficoltà si materializzano anche in zona gol per tre fattori: la bravura dei portieri, reattivi e difficili da superare, oltre a una difficoltà piuttosto diffusa nel pescare l’angolino giusto o nel dare la giusta potenza alla conclusione. A ristabilire equilibrio, il gioco palla a terra. Vi piace fraseggiare come il Barcellona 2008/2009, quello del triplete con Iniesta, Messi ed Eto’o solo per citare qualche extraterrestre? Siete nel posto giusto. In un continuo gioco di specchi, qui emergono comunque i limiti della difesa e dell’intelligenza artificiale, che nelle fasi di pressing non riesce a muoversi all’unisono. Tra luci e ombre, dunque, UFL si presenta come un cantiere ancora in evoluzione: una base discreta su cui costruire, ma con la necessità di interventi significativi per emergere dalla mediocrità. Continua a leggere su Esportsmag.