NBA 2K LEAGUE: i T-WOLVES sono i campioni 2019

A sollevare la coppa è una delle nuove franchige, al primo anno di competizione.
NBA 2K LEAGUE: i T-WOLVES sono i campioni 2019

Non si può dire che la NBA 2K League, nei suoi primi due anni di vita, non ci abbia regalato sorprese. L'anno scorso trionfarono i Knicks Gaming, risalendo dall'ultimo posto in classifica grazie alla vittoria di The Ticket; quest'anno a sollevare la coppa è addirittura una franchigia rookie, all'esordio nella lega, protagonista di una spettacolare seconda metà di campionato coronata con una corsa ai playoff semplicemente perfetta. Ma prima di celebrare i campioni, andiamo con ordine a ripercorrere tutta l'azione dei playoff, svoltasi nell'arco di due settimane per dare tempo ai team di prepararsi a livello tattico sui successivi rivali.

Il tabellone a eliminazione diretta prevedeva confronti al meglio delle tre partite per quarti di finale e semifinale, e poi una finale al meglio delle cinque. Alla griglia accedevano le sette migliori squadre della regular season più la vincitrice del torneo The Ticket, in questo caso i Warriors Gaming, autori della prima sorpresa dei playoff. A farne le spese, e purtroppo per loro non è una novità, nientemeno che i superfavoriti Blazer5: testa di serie numero 1, come l'anno scorso, eppure eliminati al primo turno dei playoff esattamente come dodici mesi fa, per giunta con due sconfitte secche. I Warriors hanno approfittato della qualificazione assicurata e hanno potuto studiare con largo anticipo il piano partita per battere i Blazer: lo hanno eseguito alla perfezione, ma la squadra di Portland ha indubbiamente deluso le aspettative.

Dall'altra parte del tabellone un altro colpo di scena, con la seconda in classifica della regular season, i Mavs Gaming del fenomeno Dimez, che si arrendono ai Celtics Crossover, che in verità erano un cliente davvero scomodo arrivando caldissimi all'appuntamento coi playoff. Fab e compagni non hanno fatto altro che proseguire la striscia vincente alle spese di Dallas. Negli altri due quarti di finale, ordinaria amministrazione per i 76ers che superano i Pacers, mentre i T-Wolves scaldano i motori battendo i Kings Guard in un confronto sulla carta molto equilibrato.

Entrambe le semifinali si sono concluse per 2-0, senza regalare molti capovolgimenti di fronte. I T-Wolves, che si attendevano uno scontro coi Blazer, hanno saputo adattarsi senza problemi al nuovo avversario sbarazzandosi dei Warriors in scioltezza. I 76es hanno dovuto sudare un po' di più per disfarsi dei Celtics Crossover, specialmente nella prima partita conclusasi sul 55 a 51, ma poi hanno preso il largo con un 96-59 in gara 2.

Alla vigilia della finale, la squadra di Philadelphia era da considerarsi favorita assoluta. Nonostante qualche sbandamento in regular season, prendendo in esame l'andamento dello scorso anno e di quello attuale, compresi i tornei interstagionali, i 76ers sono stati il gruppo più solido. Era difficile immaginare che un team inesperto come i T-Wolves, seppur rampante, potesse impensierirli. La prima partita, invece, è subito uno shock: 71 a 36 per Minnesota. Philadelphia si rimette in carreggiata con un altrettanto altisonante 70-23 in gara 2, poi un'altra vittoria a testa, stavolta in partite più combattute: 56-47 per i T-Wolves in gara 3 e 53-46 per i 76ers in gara 4. Punteggi così sbilanciati indicano una serie tesa, combattuta principalmente sul fronte difensivo, con gli attacchi che spesso rompono gli indugi con un filotto di tiri da 3 punti.

Si va alla bella, e in gara 5 i T-Wolves mettono di nuovo in gabbia il talento di Radiant, limitandolo a 9 punti, e nel contempo riescono a disinnescare il cecchino ZDS. BearDaBeast fa il bello e il cattivo tempo in attacco, 23 punti, e serve i compagni con 8 assist. Alla fine è 52–35. Radiant recita il mea culpa sui social, dichiarandosi pronto a migliorare per la prossima stagione, ma più che i demeriti di Philadelphia, protagonista di una stagione esemplare, vanno riconosciuti i meriti dei T-Wolves e del suo rookie terribile.

Nonostante una partenza da 3 vittorie e 6 sconfitte in stagione, Bear non ha mai smesso di considerare i suoi T-Wolves come la squadra da battere, spesso attirandosi le ire di avversarsi e fan che lo consideravano spocchioso. Ma dopo qualche aggiustamento (anche a livello di roster, con lo scambio tra il problematico Hood e il più regolare JMoneyRep) i T-Wolves si sono trasformati nella squadra più temibile di fine stagione, e Bear ha dato seguito alle parole con i fatti, conquistando il trofeo di MVP delle finali insieme a quello di Rookie dell'anno; e ovviamente, all'anello di campioni NBA 2K da condividere coi compagni – almeno fino all'inizio della terza annata della lega, quando team vecchi e nuovi si riorganizzeranno per sconfiggerli.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi

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