L'esport in tribunale: il caso delle scommesse su Cs:Go

Il mondo degli esport si trova di fronte ad un’indagine criminale senza precedenti: in Australia sono sei gli accusati per aver truccato delle scommesse su Counter-Strike
L'esport in tribunale: il caso delle scommesse su Cs:Go© Valve

Organizzazione preventiva dell’esito di alcuni incontri per guadagno personale mediante l’utilizzo del sistema delle scommesse (e)sportive: questa l’accusa che pende sulla testa di sei australiani arrestati lo scorso anno per manovre sospette su delle partite di Counter-Strike: Global Offensive.

Gli indagati rischiano fino a dieci anni di carcere per aver influenzato, a detta delle autorità, il risultato di diverse dispute risalenti all’ESEA – Mountain Dew League tenutosi nel 2019. L’indagine ha coinvolto anche una squadra dell’Overwatch Contenders australiano di cui per ora non si conosce il nome. La società partecipante alla “serie cadetta” dell’Overwatch League avrebbe addirittura intrattenuto rapporti con la criminalità organizzata nell’ambito delle scommesse sportive.

Secondo alcuni, comunque, non c’è da stupirsi. Il mondo degli esport sta avendo un interesse sempre maggiore attorno a sé, e con esso arrivano inevitabilmente sponsor e investimenti di un certo spessore. Una minoranza del pubblico, magari già avvezza a tutto ciò che concerne le scommesse sugli sport tradizionali, trasferisce questa abitudine anche sulle competizioni elettroniche. Il che è assolutamente legittimo, finchè non si traduce in un escamotage usato da alcuni giocatori per un guadagno personale a discapito dell’integrità competitiva di un evento.

Il processo è previsto per settembre e passerà alla storia come il risultato della prima indagine criminale nell’universo degli esport. Indipendentemente dal finale di questa vicenda, c’è da augurarsi che possa essere anche l’ultima.

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