Sand Land non è un gioco complesso. É un'avventura semplice che prende le atmosfere e la storia di crescita di una bella opera del papà di Dragon Ball, Akira Toriyama, e le traspone in forma videoludica rendendole giustizia. Quella del principe dei demoni Belzebub, del suo amico Thief e dello sceriffo Rao è un'avventura in due parti piena di azione, emozione, amicizia e coraggio ed è perfetta per diventare un videogioco (è già un anime disponibile in Italia su Disney+) d'azione e di esplorazione.
L'impianto di Sand Land è quello di un open world diviso in due mappe, Sand Land (la terra desertica e sabbiosa di cui sono originari i protagonisti), e Forest Land, un luogo boschivo dove le vicende del trio continuano nella seconda parte del gioco. Nel corso di poco più di 20 ore incontrerete i personaggi principali del manga e dell'anime, esplorerete dungeon e aree aperte piene di misisoni secondarie e, soprattutto, combatterete a bordo dei cinque veicoli disponibili.
Si parte dall'iconico carro armato per poi sbloccare una motocicletta, un hovercraft, un robot camminatore e un mech che tira dei gran cazzotti. Ognuno di questi veicoli è personalizzabile nei suoi armamenti, nella sua corazza, nelle sue misure difensive ed esteticamente. Questi mezzi, oltre ad avere ciascuno delle armi particolari, funzionano anche da chiavi per l'esplorazione. Alcune aree sono esplorabili solo con l'hovercraft perché bisogna passare sul pelo dell'acqua, altre presentano ostacoli che si possono superare solo saltando con il robot e altre ancora hanno barriere demolibili solo dal mech. Questo vuol dire non poco backtracking se vorrete ottenere tutti i collezionabili e i potenziamenti.
Se avete letto il manga o visto l'anime, rimarrete molto sorpresi dal passo narrativo del videogioco di Sand Land. Per niente diluito e quasi sempre dritto al punto, quest'opera di Bandai Namco restituisce bene la frenesia delle vicende in cui Belze e compagni sono coinvolti senza (quasi) mai allungare il brodo. Le missioni secondarie, invece, arricchiscono poco la narrazione e sono spesso un modo più efficace di guadagnare esperienza e risorse piuttosto che affrontare i nemici sparsi per i due open world.
Le sezioni di combattimento a piedi sono stata la parte che ci ha lasciato più tiepidi. C'è un percorso di potenziamento tanto di Belzebub quanto di Thief e Rao ma quando si menano le mani nelle strutture o nei villaggi, l'esperienza resta quasi sempre identica a sé stessa. Le sezioni di stealth, poi, sono semplicissime e banali ma non in senso negativo: sono un ottimo modo per staccare il cervello e non pensare. A livello di grafica, invece, abbiamo apprezzato le similitudini con l'anime e l'effetto in cell-shading di personaggi e veicoli. Ogni cosa è esagerata nelle proporzioni e nell'effettistica audiovisiva, come è giusto che sia in un'avventura per giovanissimi perfettamente godibile anche dagli adulti.
Se conoscete già la storia di Sand Land, non vi aspettano sorprese in questo gioco perché l'avventura la ripercorre quasi esattamente. Se invece non avete mai sentito parlare di quest'opera di Toriyama e amate Dragon Ball, preparatevi a un'avventura coi fiocchi piena di assurdità, azione, esplosioni, risate e momenti molto emotivi. Il punto di forza di Sand Land è senza dubbio la sua semplicità: nei controlli, nella personalizzazione, nella narrativa e nella progressione. É un gioco molto adatto ai più piccoli ma, soprattutto, è un gioco che farà tornare piccini anche i più grandi.
Lo storytelling di Toriyama mescolato all'ottima trasposizione videoludica di meccaniche ed atmosfere di Bandai Namco crea un tuffo nel passato che nessun fan dell'autore può lasciarsi scappare. Aspettando Dragon Ball: Sparking! Zero non possiamo pensare a un gioco migliore per restare in contatto con il modo di immaginare mondi e racconti di un autore così amato da così tanti.
-di Riccardo Lichene