Com'è andato il Masters di Copenhagen

Il primo evento dal vivo dello sparatutto di Riot Games ha registrato il tutto esaurito.
Com'è andato il Masters di Copenhagen

Riot Games ha rilasciato il suo sparatutto in prima persona nel pieno della pandemia, ottenendo numeri da record per il suo lancio. In modo similare le competizioni e l'ecosistema competitivo di Valorant hanno avuto inizio durante il periodo di lockdown, e sebbene ciò abbia significato ottenere un numero di spettatori online elevato, le rigide regole di distanziamento sociale hanno impossibilitato Riot Games dal creare un evento aperto al pubblico. Dopo due anni dall’uscita del tactical shooter, le regolamentazioni legate alla situazione sanitaria della pandemia sono cambiate, permettendo a Riot di organizzare il primo evento di Valorant aperto al pubblico in occasione del secondo evento internazionale del 2022.

L'entusiasmo del pubblico

Con la capitale danese a fare da sfondo, Riot ha aperto le porte ai fan e ai giocatori di Valorant provenienti da tutto il mondo per le fasi finali del secondo evento internazionale dell'anno. Gli appassionati sono accorsi sul luogo, premiando il publisher con un sold out dei biglietti durante la Grand Final dell’evento, stando a quanto ha comunicato il publisher. L’energia del pubblico ha positivamente impressionato tutte le persone coinvolte, dai caster, ai giocatori compreso lo staff che ha lavorato dietro le quinte del palco, ricordando a tutti quante emozioni possono scaturire dal vivere un evento competitivo in prima persona.

Il mondo di Valorant a portata di mano

Il Master di Copenhagen ha trasportato una realtà finora solo virtuale nel nostro mondo. Ciò è stato reso possibile grazie al meticoloso team di produzione che ha ideato l'evento e lo ha "portato in vita". Jean-Baptiste Blot, Creative Director e Producer dell'evento, ha raccontato come il team abbia iniziato a lavorare alla creazione del Master aperto al pubblico un anno fa, tenendo a mente le caratteristiche uniche di Valorant durante tutto l'iter lavorativo. In particolare, lo sparatutto in prima persona di Riot Games spicca tra gli altri giochi del suo genere per la libertà che dà ai propri giocatori di essere creativi e di poter esprimere sé stessi attraverso il proprio stile di gioco.

Un'esperienza unica

Il team si è pertanto concentrato sul creare un'esperienza differente rispetto ad altri eventi, un ambiente in cui i fan si sarebbero sentiti trasportati nel mondo futuristico di Valorant. Per ottenere questo risultato il team di produzione ha incorporato elementi del gioco e della sua storia in ogni aspetto dell’evento. Gli avvenimenti del gioco sono ambientati 30 anni nel futuro rispetto ai nostri tempi e su due Terre speculari ma fondamentalmente diverse tra loro. Basandosi su queste informazioni base, Riot ha ideato il palco come se fosse una futuristica arena esports, studiando tutta l’ambientazione nei minimi dettagli. Dalla posizione dei led, alla ricorrente struttura angolare del logo del Valorant Champions Tour, fino ai giganteschi schermi pendenti dal soffitto. Ciliegina sulla torta il pavimento lucido per creare l’illusione di due mondi speculari che si incontrano sul palco di uno dei più importanti eventi esports al mondo. Un universo specchio, una seconda Terra, in cui i giocatori ed i fan sono protagonisti.

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