In Italia brilla una stella nel firmamento di Clash Royale: intervista a Keef

Il titolo mobile targato Supercell ha avuto un successo incredibile e oggi sta consolidando la sua scena esport anche in Italia.
In Italia brilla una stella nel firmamento di Clash Royale: intervista a Keef

Clash Royale è un peso massimo nel mondo del gaming: quasi tre miliardi di fatturato dal 2016, anno di pubblicazione, ad oggi e circa un milione di giocatori attivi ancora giornalmente. Tra di loro c’è Antonio D’Amico, classe 2000, giovanissimo professionista del titolo pubblicato da Supercell, protagonista delle ultime due edizioni della finale mondiale, cioè il torneo più prestigioso.

Chi è Keef

Il suo nickname è Chief_Keef, come il rapper, ma di certo Antonio è più veloce sullo schermo del suo smartphone che con le barre, e ai nostri microfoni si è così presentato: “Sono un ragazzo semplice, ho finito il mio percorso scolastico all’età di 18 anni e già da due anni sono concentrato sulla mia carriera di pro player di Clash Royale. Nel tempo libero faccio un po’ di palestra, mi piace il calcio e l’esport, non solo Clash”.

Come è nata la tua passione per il gaming mobile? “Inizialmente non ne sapevo granché. Quando ho iniziato a giocare a Clash Royale non immaginavo ci fossero competizioni così importanti. Avvicinandomi al lato competitivo del gioco ho scoperto team, strategia e infine i mondiali. A quel punto ho iniziato a impegnarmi come se fosse un vero e proprio lavoro, nonostante io non sia mai stato appassionato di videogiochi ho dedicato moltissimo tempo a Clash Royale solo per poter competere ai massimi livelli”.

Perché il mobile

Non è molto comune vedere persone appassionate alle sfide di videogiochi su telefonino in occidente. Tu cosa hai trovato in Clash Royale che non hai trovato in altri giochi? “Devo essere sincero: inizialmente sono stato colpito dalla comodità. Le partite sono veloci e potevo giocare con gli amici in qualsiasi momento, tra l’altro all’uscita ci giocavano praticamente tutti. Successivamente mi ha colpito la complessità tattica del titolo, lo studio dell’avversario e la grandissima varietà di strategie”.

Secondo te l'esport su telefonino continuerà a crescere in Europa? Perché? “Non ho dubbi in proposito e i numeri parlano chiaro. Questo è dovuto alla grande accessibilità del titolo poi, chiunque ha un cellulare in grado di renderlo un campione di Clash Royale, e alla durata delle partite, capaci di attrarre anche un pubblico molto giovane. Al momento non ha lo stesso appeal degli altri esport ma credo solo sia questione di tempo: Supercell sta facendo un ottimo lavoro, basta guardare alla quantità di eventi dal vivo organizzati nel 2022”.

L’importanza di un team

Quanto supporto hai ricevuto dal Team HMBLE? Quanto e come ti aiutano? “Nel team mi sono trovato molto bene. Inizialmente l’obiettivo era il campionato italiano, ma direi che abbiamo raggiunto qualcosa di decisamente più grande. Sono stato molto contento che tutto la squadra sia venuta con me al mondiale di Helsinki per supportarmi. Da essere là solo con il mio coach, mi sono trovato con tutto il team ad applaudirmi: è stata un’emozione unica, soprattutto perché condivisa con gli amici. Spero di riuscire a qualificarmi anche il prossimo anno soprattutto per riviverla insieme a loro; in fondo, non c’è due senza tre no?”

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