Walmart rimuove dai suoi negozi i videogiochi violenti, ma non armi e munizioni

Una decisione che sta facendo discutere il web e non solo. Ha davvero senso un provvedimento simile?
Walmart rimuove dai suoi negozi i videogiochi violenti, ma non armi e munizioni

Dopo l’ennesima strage negli USA, sono state fatte diverse ipotesi sulle potenziali cause di queste tragedie, e ovviamente sono venuti fuori i videogames, ormai da anni capro espiatorio di qualsivoglia piaga sociale. Le parole del presidente Trump sono state estremamente dure a riguardo, ma la sua storica avversaria Hillary Clinton non ha tardato a rispondere e a difendere (come aveva già fatto in passato) i prodotti dell’industria videoludica, sostenendo che il problema non siano i videogiochi violenti, ma la libera circolazione delle armi nel continente.

In un luogo in cui chiunque può acquistare liberamente armi e munizioni, è difficile pensare che il problema sia la presenza sul mercato di prodotti che raffigurano violenza, ma si sa, è sempre facile incolpare qualcuno o qualcosa di incompreso, che non riesce a trovare spazio all’interno della società. Ne abbiamo già parlato diverse volte, e siamo sempre lì: la chiusura mentale che aleggia in molti protagonisti delle generazioni passate influisce immancabilmente sulle opinioni di questi ultimi e su quelle di chi pende dalle loro labbra.

Riassumendo velocemente la polemica, il presidente degli Stati Uniti ha individuato la causa della disastrosa ondata di violenza del suo Paese nel presunto condizionamento mentale che i contenuti videoludici di stampo violento creerebbero nei giovani e nei mentalmente instabili. Se la questione fosse posta così e non ci fosse da considerare tutto il background socio-legale degli USA potremmo anche essere d’accordo, ma si peccherebbe di ingenuità a far ciò. Non si può prescindere dalla constatazione che in America si possano trovare armi e munizioni nello scaffale accanto a quello del latte di un supermercato qualsiasi e che il mercato delle armi sia parte integrante e preponderante dell’economia statunitense. Quest’ultima, in particolare, è presumibilmente la causa della riluttanza del governo americano nell’introdurre delle limitazioni all’acquisto di armi.

Detto ciò, anche a voler prendere il fan più sfegatato di un qualsivoglia sparattutto o simili, è davvero così logico pensare che basti essere appassionati di (ad esempio) Call of Duty per svegliarsi una mattina e decidere di fare irruzione in un supermercato e sparare alla cieca contro dei semplici civili? A nostro avviso no, perchè a ragionare così si trascurerebbe un altro fattore assolutamente rilevante: quello delle patologie mentali. Sono molte le persone che, purtroppo, sono affette da dei disturbi psichiatrici anche molto gravi che portano a non ragionare lucidamente. A ciò si aggiunga che uno qualsiasi di questi individui (la maggior parte delle volte non seguiti da alcuno specialista) può procurarsi degli strumenti pericolosi come pistole e simili con una facilità pazzesca e la ricetta perfetta per una strage del genere è completa e semplicissima da preparare.

Con la sua decisione di rimuovere tutte le immagini violente dai propri centri commerciali, la catena Wallmart ha attuato una misura certamente apprezzabile, ma totalmente fuori bersaglio considerando quanto appena detto, e va ad unirsi a quel filone di “opinionisti” che vedono nei videogames l’anno zero di tutti i problemi del mondo, totalmente ciechi davanti a quello che vedono chiaramente, ma che fanno finta di ignorare. Sarebbe il caso, forse, nel 2019, di aprire gli occhi e di realizzare una volta per tutte che se ci sono dei problemi, vanno risolti concretamente, eliminandone la vera causa.

Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi

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