OIES: Intervista al Co-Fondatore Luigi Caputo

Osservatorio Italiano Esports è nato da poco, ma ha già raggiunto diversi obiettivi: Luigi Caputo ci parla del suo sviluppo e del futuro della piattaforma
OIES: Intervista al Co-Fondatore Luigi Caputo© OIES

All'interno di Osservatorio Italiano Esports, nato ad Aprile con lo scopo di accelerare e supportare la crescita della scena competitiva in Italia, sono già presenti, oltre a numerose società e realtà della scena esport Italiana, anche diverse sigle e marchi dello sport Italiano.
Da Notorious Legion a Panasonic; da Outplayed a Motul; da Exeed a Powned e fino ad arrivare a vere e proprie federazioni come la Lega PRO, la LBA di pallacanestro e la FIAF di Football, le società che hanno creduto in una delle più recenti realtà nate nel panorama italiano degli esport sono in continuo aumento.

La nascita dell'Osservatorio Italiano Esports

Fondata da Enrico Gelfi e Luigi Caputo le motivazioni che stanno alla base della nascita dell'OIES sono semplici quanto importanti. L'obiettivo non è istituzionale, ma pratico: "accelerare e far evolvere le condizioni di business in Italia aggregando tutti i soggetti interessati: aziende, centri media, team.

L’Osservatorio, dunque, si pone come obiettivo quello di diventare il canale di riferimento "per far crescere il business degli esports in Italia".

A proposito della crescita e dello sviluppo dell'OIES Luigi Caputo si è detto soddisfatto del percorso fin qui svolto "Al momento l’Osservatorio sta crescendo molto rapidamente [...] siamo nati ad Aprile ed in tre mesi siamo riusciti ad aggregare aziende davvero molto importanti sotto ogni punto di vista. Al momento stiamo anche creando delle notevoli condizioni di business, perchè ogni membro può mandare (o ricevere) delle proposte di finanziamento a tutti i vari altri soggetti presenti nell’Osservatorio stesso."

Il quadro sugli esport in Italia

"Nel 2019 17 milioni di persone hanno giocato ai videogames in Italia [...]un’importante fetta di questi giocatori sono giovani o adulti che oscillano tra i 25 ed i 34 anni: un’unicità del nostro settore, che dimostra come il gaming non sia relegato solo alle fasce più giovani". Queste le parole con cui Caputo descrive il mercato Italiano degli esport e dei videogiochi in generale, un settore che fa fatica ad affermarsi ma in cui l'OIES crede fermamente.

"Nelle aziende ancora manca purtroppo la cultura rispetto al mondo del gaming" prosegue caputo, che individua proprio in una cultura in tal senso ancora troppo acerba l'ostacolo più grande al lavoro dell'OIES e allo sviluppo in Italia degli esport e della loro scena: "Nelle aziende ancora manca purtroppo la cultura rispetto al mondo del gaming. Ci sono dei pregiudizi che vanno abbattuti, cosi da poter far capire alle persone che i videogiochi possono essere vissuti come attività sociale."

Un altro aspetto di grande rilevanza quando si parla del mercato dei videogiochi competitivi in Italia è la questione relativa alla regolarizzazione degli esport, che ancora non hanno norme e regolamenti specifici per il settore: "abbiamo bisogno di regole certe e condivise da tutti, solo cosi potremo vedere un maggiore interesse da parte delle aziende ad investire".

Il quadro tracciato da Caputo (che ringraziamo per l'impegno ed il tempo accordatoci, e a cui facciamo i più sinceri auguri per la sua avventura) va quindi a rivelare una situazione piuttosto difficile per l'Osservatorio Italiano Esports, che però si è già dimostrato in grado di diventare il punto di riferimento per lo sviluppo della scena esport in Italia.

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