Tutti gli appassionati europei (o quasi) avevano sognato, ci avevano sperato, ci avevano creduto, ma alla fine la Coppa del Mondo di League of Legends è stata sollevata al cielo dalle abilissime mani di Doinb, Tian, Lwx, Crisp e Gimgoon.
Il team cinese si è dimostrato nettamente superiore rispetto alla formazione di casa, riuscendo ad imporsi ai suoi danni con un punteggio di 3-0, gettando i G2 e l’Europa in generale nello sconforto più totale, dal momento che a tutti sembrava un’occasione estremamente ghiotta, trovandoci davanti al team più convincente mai visto in Europa.
Per quanto riguarda i match, è difficile operare un’analisi obiettiva ed imparziale, in quanto i FunPlus Phoenix hanno semplicemente dominato i G2, e sono stati in grado di giocare nel modo a loro più congeniale: ritmi soffocanti ed early game estremamente frenetico. Proprio quest’ultimo punto, probabilmente, ha giocato un ruolo importantissimo nella disfatta di Caps e compagni, che come sempre hanno provato a dettare stili di gioco molto lenti nelle fasi iniziali di partita, forti della loro team composition quasi sempre volta all’hard scaling nelle fasi centrali e tarde della partita, ma che ad attenderli hanno trovato una squadra che si era preparata a tale evenienza e che ha saputo volgere questa “scomodità” dei G2 a proprio favore.
Anche in fase di selezione dei Campioni si è potuta notare un’evidente difficoltà da parte del team guidato da Coach Grabbz nel tenere testa all’enorme champion pool di Doinb e all’esagerata abilità di Tian come jungler, nonchè di Lwx come tiratore: il team europeo, infatti, non aveva le idee ben chiare riguardo quali campioni allontanare dal team avversario, lasciando in questo modo ai cinesi la possibilità di condurre le Draft e di volgerle a loro favore. I due pick più problematici per la formazione nostrana si sono rivelati certamente il Lee Sin di FPX Tian (mai bannato in nessuno dei tre incontri) e il Nautilus da corsia centrale di FPX Doinb, che grazie all’elemento sorpresa ha rappresentato l’elemento più difficile da gestire dell’intera formazione.
Venendo ai singoli game, come si diceva in apertura, si è trattato di tre match totalmente one-sided e mai a favore dei G2. Grazie alle loro sapienti incursioni in early game, i FunPlus Phoenix sono stati abilissimi nel guadagnare un vantaggio che Perkz & co. non sono stati in grado di recuperare come avrebbero voluto, adottando la stessa strategia proposta nella serie contro gli SK Telecom T1. Data l’ingenza di tale superiorità economica e meccanica da parte della squadra asiatica, per quest’ultima si è creata immediatamente una situazione di agio e di tranquillità tale da permetterle anche di concedersi qualche giocata alquanto leziosa, che si è sempre però rivelata vincente.
Dal canto loro, i G2 hanno pagato cari un eccesso di zelo e forse anche un eccessivo dispendio di energie convogliate nelle scrim antecedenti le semifinali, in cui si sono scontrati ripetutamente con il team di Faker. In particolar modo, ad apparire esausto è stato G2 Jankos, mai all’altezza del suo diretto avversario FPX Tian, sempre un passo avanti a lui ed evidentemente dotato (almeno in questa sede) di una visione di gioco molto più ampia nonostante la minore esperienza professionale e competitiva. Il jungler europeo, infatti, affidandosi ripetutamente ad Elise, non è riuscito a rendersi protagonista di uno stile di gioco proattivo e in grado di portare vantaggio nelle tasche dei carry del suo team, e si è tradotto in 3 partite passate letteralmente ad inseguire il jungling aggressivo della sua controparte, che invece è riuscita nel mettere i propri compagni in una posizione di superiorità. Anche l’attesissimo scontro in corsia centrale tra Caps e Doinb è stato pesantemente influenzato dalla “jungler difference” che si è vista in questa serie, e purtroppo l’ex Fnatic non è riuscito a risplendere come di consueto, complici le scelte di coach Grabbz relative ai campioni da mettergli in mano.
Purtroppo, per il secondo anno consecutivo l’Europa (nuovamente per 3-0) esce sconfitta dai Worlds di League of Legends e regala il titolo mondiale alla Cina, alla quale vanno però riconosciuti tutti i meriti e gli onori del caso: in un ambiente così diverso da quello europeo sia per infrastrutture che per mentalità, gli LPL stanno crescendo a vista d’occhio, arrivando a vincere per due anni di fila la massima competizione con due squadra diverse, la seconda delle quali ha letteralmente visto la luce tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. Nel fare i complimenti a questa nazione sempre in crescita, l’augurio è quello che, dopo un’attenta analisi dell’accaduto, anche il nostro continente possa velocizzare il compimento di quel passo in avanti che sembra ancora tanto lontano.
Servizio a cura di GEC - Giochi Elettronici Competitivi