Processo alla Ferrari, condannata alla delusione

La Rossa migliora troppo lentamente, la Mercedes (che già domina) è un cantiere perenne, gli inseguitori si avvicinano. Le prospettive per la stagione sono negative
Processo alla Ferrari, condannata alla delusione

TORINO - Ci sono gli estremi per un processo alla Ferrari? Altroché se ci sono, vista la stagione che vive su un dominio assoluto della Mercedes. Ci sono anche gli imputati, ovviamente. A mancare, caso mai, sono giudici e pubblico in aula: è tale la dimostrazione di forza delle Frecce d’Argento che scema la voglia di seguire la Formula 1 (che peraltro è anche imbalsamata, come dimostra il caso Canada, da regole troppo rigide).

LE FERITE - La Rossa ha una monoposto poco competitiva e che non cresce abbastanza. A Maranello dicono di aver capito la strada da seguire per migliorare la SF90, ma intanto ci si avvicina alla metà stagione e pensare di riaprire il campionato sembra pura utopia. In Francia ha convinto solo Charles Leclerc, però Vettel - più che un verdetto di colpevolezza - merita una sospensione della pena. E’ così deluso da come vanno le cose che ha bisogno di curare le ferite dell’anima.

DELUSIONE - Quali prospettive aspettano la Rossa, i suoi piloti e i suoi tifosi? Non molto buone. Certo la monoposto migliorerà, ma altrettanto faranno i dominatori (la Mercedes è un cantiere perenne) e gli inseguitori (basti vedere come è diventata veloce la McLaren). Tra l’altro, nelle uniche due occasioni (Bahrain e Montreal) in cui sarebbe stato possibile battere Hamilton e Bottas, la missione è stata fallita. Il rischio è che all’atto della pausa estiva (dopo Budapest) si debba già pensare al 2020. Il verdetto, più che altro, è permeato di delusione.

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