F1, Marko: "Troppo controllo, ecco perché abbiamo detto no a Porsche"

La trattativa si è arenata fino al naufragio. "Volevano raddoppiare la loro presenza nel team, troppa burocrazia per noi", ha detto l'austriaco
F1, Marko: "Troppo controllo, ecco perché abbiamo detto no a Porsche"© EPA

ROMA - Sembrava fatta, poi Red Bull e Porsche hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative. L'accordo tra le due scuderie in ottica Formula 1 è saltato e Helmut Marko, consulente della Red Bull, afferma fiero ai microfoni degli olandesi di "OE3": "Non abbiamo bisogno di nessuno al momento. Abbiamo il pilota più veloce sino al 2028. Abbiamo Adrian Newey, il miglior progettista. Il reparto motori sarà pienamente operativo tra 55 settimane e la prima power unit è stata già accesa: siamo completamente autosufficienti". Poi il consigliere della Red Bull, nel suo consueto stile franco e diretto, aggiunge: "La Porsche aveva manifestato l’intenzione di rilevare o raddoppiare ogni posizione in Red Bull. In altre parole, volevano controllare praticamente tutto e ovviamente non funziona così".

La rivelazione di Marko

Sembrava un affare fatto, quello tra Red Bull e Porsche, poi però c'è stato un brusco stop che ha portato la casa di Milton Keynes a dire no grazie. "Nessuna delle due parti avrebbe beneficiato dell’accordo. Era chiaro che sarebbe diventato tutto troppo burocratico e che avremmo perso la nostra flessibilità come team", ha spiegato Marko. Adesso però si aprono altri curiosi scenari: "E ora che la rottura con Porsche è diventata ufficiale, abbiamo ricevuto alcuni interessamenti sorprendenti. E stiamo parlando con Honda", ha infatti confessato Marko, che quest'anno ha compiuto 79 anni.

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