Ferrari, il vuoto di potere e le settimane che scorrono

La sensazione che arriva all'esterno della Scuderia è che i tempi per trovare il successore di Binotto siano troppo lunghi per il mondo della Formula 1
Ferrari, il vuoto di potere e le settimane che scorrono

TORINO - Ormai manca poco alla scadenza del mandato di Mattia Binotto alla guida della Ferrari. Non più di un paio di settimane, considerando i giorni festivi. Il Team Principal (ad interim) ha rappresentato la Ferrari all’ultimo Consiglio Mondiale e, conoscendo la persona, c’è da credere che l’abbia fatto al meglio, mettendo gli interessi della Scuderia davanti a tutto. Ma al Galà Fia di fine anno, che si terrà per la prima volta a Bologna, ha deciso di delegare Laurent Mekies: siamo agli sgoccioli. Binotto avrà tempo e modo per trovarsi una collocazione, la storia insegna che gli ex ferraristi in genere hanno sempre mercato. Stupisce che, invece, il processo di ricerca del suo sostituto sia ancora in corso.

La spietatezza degli avversari

La Formula 1 è un mondo nel quale la competitività rasenta spesso la spietatezza. Può darsi che a Maranello, senza lasciare trapelare nulla, siano già pronti a una scelta. Ma certo non è quella la sensazione che arriva all’esterno. E a parte i tifosi (o l’eterogeneo mondo del web) i rivali percepiscono questo silenzio come un vuoto di potere, come un segno di debolezza. Ed è certo che cercheranno di approfittarne fino in fondo. In Formula 1 si vince in pista, ma si costruisce la vittoria fuori dalla pista. Inutile fare l’elenco dei tanti casi che confermano questa tesi, è così da sempre.

I ruoli dei progettisti

È probabile che a Maranello il lavoro di completamento dell’auto 2023 vada avanti regolarmente, anche perché - molti “osservatori” fanno una grande confusione - il Team Principal non ha tra i suoi compiti quello di progettare un’auto. E nemmeno il direttore tecnico, a dirla tutta, ha questo compito: entrambi hanno una funzione manageriale, di coordinamento e direzione (per progettare ci sono gli ingegneri deputati alle singole aree tematiche). Ed è proprio la mancanza di queste figure di coordinamento che può risultare decisiva, ovviamente in negativo. Senza contare che qualcuno (tra i progettisti, ovviamente, italiano o stranieri) potrebbe avere la tentazione di cercare alternative professionali o magari di seguire il destino dello stesso Binotto. Dunque, non resta che augurarsi che il processo di selezione vada avanti più velocemente di quanto non appaia. Aiuterebbe tutti a trascorrere un sereno Natale.

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