La Ferrari strega Hamilton: "Passione nelle vene. Come la prima volta..."

Lewis percorre 89 km, effettua prove di partenza e si gode l’abbraccio dei tifosi con mamma Carmen
La Ferrari strega Hamilton: "Passione nelle vene. Come la prima volta..."© Getty Images

TORINO - Alle nove di mattina, quando Lewis Hamilton con la tuta da gara rossa ha aperto la porta dell’identico colore di via Enzo Ferrari 27 a Maranello, la casa del Drake scelta da Michael Schumacher per viverci quando era da quelle parti. Spesso, spessissimo, visto che era le Formula 1 dei test illimitati. Quella dell’epoca rossa. Adesso siamo nella Formula 1 dei test vietati, ma è l’alba uggiosa di una nuova epoca rossa. Come la passione ritrovata. È bastata una foto, pubblicata tre giorni fa dall’icona delle quattro ruote che con il kaiser condivide le sette corone mondiali, che ritraeva il nuovo messia rosso vestito da cerimonia (quel cappotto così volgarmente preso in giro dagli inglesi, ha fatto il suo entourage, era un omaggio al fondatore della Ferrari) davanti a quella porta al fianco di una F40, a farla esplodere. Da qual momento, mentre Lewis conosceva i luoghi e le persone, faceva riunioni, sedile e qualche sessione di simulatore, ma soprattutto pubblicava immagini e parole di emozione, è iniziata la tramanda verso Maranello. In attesa della prima uscita in pista. Quella di Fiorano, quella del Ponte dei Sospiri, il cavalcavia stradale che s’affaccia sul tracciato della Ferrari e che ieri il sindaco Luigi Zironi ha dovuto far presidiare con l’aiuto di vigili urbani anche dei comuni limitrofi.

Migliaia di tifosi per Hamilton

Inutilmente, visto che già alle 6 di mattina, quando la pista non si vedeva per la nebbia, c’erano oltre cento persone. Diventate migliaia alle 9.16, quando Hamilton è uscito dal garage con la SF-23 per il suo primo giro su una Ferrari di Formula 1. Quella poco fortunata di due anni fa (come consentono i regolamenti, con gomme Pirelli Demo), ma anche l’unica in quella stagione ad essere riuscita a interrompere per un gran premio l’egemonia Red Bull: a Singapore, con Carlos Sainz, lo spagnolo mandato via (alla Williams) per far spazio all’inglese. Un giro lento, d’istallazione, ma è bastato vedere il numero 44 bianco sulla pinna nera del fondano e il nuovo casco giallo Modena per far esplodere la passione. Dopo ne sono seguiti altri 29, per un totale di 89 km. Pochi, sufficienti per iniziare a capire la Ferrari e a cambiare dentro. Tre run (10 giri alle 9.51, altrettanti alle 10.28, l’ultima manciata alle 11.07) con prove di partenza, un paio di staccate al limite con bloccati e un piccolo lungo, prima con gomme full wet sulla pista umida per la pioggia della sera prima e la nebbia poi stick hard.

Lewis emozionato

E alla fine, prima di uno scroscio d’acqua, un burnout e il defriefing coi tecnici guidati da Riccardo Adami, l’ingegnere ereditato da Raikkonen, Vettel e Sainz. Quindi Lewis s’è fatto portare su una Alfa Romeo Stelvio nera alle curva 5, dove dietro le reti erano assiepati molti tifosi. Sorriso, mano destra sul cuore, poi giunta con la sinistra in segno di ringraziamento. Emozionato. Come mamma Carmen, che in un cappotto blu cobalto e con una sciarpa a pois dietro di lui scattava foto col telefonino tenendo l’ombrello sotto il braccio. Papà Anthony e il fratello Nicolas era nel box con il team principale Fred Vasseur e il suo nuovo vice Jerome D’Ambrosio, preso dalla Mercedes come il dt Lois Serra. Lewis è da sempre abituato a quel clima, tipicamente inglese e che l’ha visto tante volte impegnato a Silverstone nelle sue prime (e secondi, terze, infinite) volte con McLaren e Mercedes. Lo stesso che il 16 novembre 1995 per la prima volta vide sbucare dalla nebbia Schumacher su una Ferrari. Ma non era abituato a tutto questo. Un passione alle quale non ci sia abitua mai.

Le parole di Hamilton

«Fin qui nella mia carriera ho avuto la fortuna di poter vivere molte “prime volte” - racconta infatti Hamilton -: il primo test, la prima gara, il primo podio, la prima vittoria e il primo campionato. Quindi non ero sicuro di quante altre “prime” speciali avrei potuto ancora vivere, ma guidare per la prima volta una monoposto della Scuderia Ferrari questa mattina è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Quando ho messo in moto la vettura e sono uscito dal garage, avevo il mio sorriso più grande stampato sul volto. Mi ha ricordato la primissima volta che ho testato un’auto di Formula 1, un momento così emozionante e speciale. Quasi vent’anni dopo, ho provato di nuovo quelle stesse emozioni. Sapevo già, da osservatore esterno, quanto fosse appassionata la grande famiglia Ferrari, da ciascun membro del team ai Tifosi! Ma poter vivere tutto questo in prima persona da pilota della Scuderia è davvero straordinario. La passione scorre nelle vene di tutti, ed è impossibile non lasciarsi trascinare da essa. Sono incredibilmente grato per l’affetto che ho sentito da parte di tutti qui a Maranello in questa settimana».

"Non vedo l'ora di iniziare"

Così, di getto, come un fiume in piena. Poi Lewis, fedele al campione che è e che la Ferrari ha voluto, ovvero il pilota maniacale di lavoro e dettagli, esigente con sé stesso e la squadra, è tornato nel box senza togliersi la tuta per seguire con le cuffie le uscite di Charles Leclerc, che s’è alternato con lui sulla SF-23. La macchina che sarà spedita nelle prossime ore a Barcellona per altri e più intensi giorni di pista prima dei test ufficiali in Bahrain. «C’è molto lavoro da fare, ma non vedo l’ora di iniziare» saluta Lewis in chiusura del suo terzo giorno da ferrarista. Già, iniziare. Sul serio, dopo aver capito, sentito. In pista, ma per vincere.

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