Intitolata a Pontedecimo una via a Luigi Ghiglione

Fu presidente dell’US Pontedecimo e organizzatore del Giro dell’Appennino per molti anni

Il Giro dell’Appennino, parte importante del programma di “Genova 2024 Capitale Europea dello Sport”, taglia il traguardo dell’85° edizione domenica 14 luglio. Un evento firmato US Pontedecimo, società presieduta oggi da Enrico Costa e in passato, da Luigi “Luigin” Ghiglione. Luigi Ghiglione, al quale è dedicata una targa commemorativa in cima al passo della Bocchetta, è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana nel 1964 e, nel 1979, è stato insignito della Stella d’Oro al Merito Sportivo del CONI. Nel 1981 è stato nominato Commendatore della Repubblica Italiana. Del Giro, Ghiglione, fu ideatore e organizzatore per molti anni. Da oggi, a Pontedecimo, la via all’interdizione tra via Vittorio Poggi e ponte Dellepiane, porterà il suo nome: via “Luigi Ghiglione – presidente U.S. Pontedecimo – promotore del Giro dell’Appennino”.

"Ghiglione figura da ammirare"

«Oggi intitoliamo questa strada a un uomo che ha fatto la storia sportiva della nostra città dice il consigliere delegato in materia di sviluppo e tutela delle vallate Alessio Bevilacqua –, un uomo che grazie alla sua grandissima passione per il ciclismo ha raggiunto e fatto raggiungere traguardi importantissimi, non solo individuali, ma anche alla collettività e alla sua squadra. Ghiglione è stato una figura da ammirare in vita e, raccogliendo l'appello del territorio, dell'US Pontedecimo sezione ciclismo e dei suoi familiari, ci è sembrato doveroso ed importante che una strada della nostra città fosse intitolata a lui e ci è sembrato giusto che questa strada fosse proprio nella delegazione dove è nato e dove ha esercitato la sua carriera lavorativa, sportiva e anche da dirigente per tutta la vita: Pontedecimo».

"Esempio per le nuove generazioni"

«Come Municipio siamo orgogliosi di aver contribuito a questo importante riconoscimento per Luigi Ghiglione, fondatore del Giro dell’Appennino spiega il presidente del Municipio V Valpolcevera Federico Romeo - . Una figura importante dal punto di vista sociale per tutta la nostra comunità e in particolare per Pontedecimo. Un uomo che nel solco dei valori democratici ha ricevuto la Stella d’Oro al merito sportivo dal Presidente del CONI Carraro e il riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato, un riconoscimento per “Luigin” ma anche un esempio positivo per le nuove generazioni».

"Ci vuole gratitudine nei suoi confronti"

«Sul palco, oggi, c’è tutta Pontedecimo - racconta Enrico Costa (presidente U.S. Pontedecimo 1907 Ciclismo AD) - . Nei confronti di Luigi Ghiglione ci vuole una gratitudine immensa perché ha dato più di un esempio, sia come uomo di sport che come uomo di valori democratici, rischiando la vita e dedicandocela. Questo è un regalo che lui ci ha fatto e che noi dobbiamo fare nostro e tramandare alle generazioni future. La raccomandazione che mi sento di fare è di parlarne, soprattutto coi giovani: parlare di Luigi Ghiglione, di Pontedecimo. Avere una nostra identità è importantissima e siamo qua per la città: dobbiamo avere la coscienza del nostro valore. Con le istituzioni abbiamo un rapporto dolcissimo ed è quel senso di comunità e di gruppo che viene dispensato gratuitamente per qualcosa di significativo: lo sport, l’amore per il territorio, l’amore per il futuro. Queste sono le cose che portiamo dentro grazie a un grande uomo: Luigi Ghiglione».

Ghiglione, il ricordo del nipote

«La giornata di oggi sarebbe piaciuta tantissimo a mio nonno, un’azione bipartisan che non è scontata - conclude Fulvio Rapetti, nipote di Luigi Ghiglione - . Apprezziamo tantissimo questo riconoscimento. Questa intitolazione è arrivata dopo 38 anni e mi stupisce che a distanza di tutti questi anni tante persone che non l’hanno nemmeno conosciuto lo abbiamo portato avanti con così tanto impegno. Noi ricordiamo mio nonno sia per le virtù civili che sportive, come è scritto sul cippo al passo della Bocchetta. Mio nonno non guardava ai colori delle maglie, ma al lavoro di squadra e ancora adesso è un esempio e apprezzerebbe tanto questo impegno: vi ringrazio moltissimo da parte di tutta la mia famiglia».

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