Ezio Grosso: "Insuperabili? Per me è sogno, concretezza e fiducia"

Uno dei fondatori della realtà nata nel 2012 si racconta: "Ho sempre voluto dare qualcosa alla comunità"

Occhi sognanti e lo sguardo di chi vive davvero qualcosa di unico.
Una passione che diventa quotidiano, il lavoro di una vita. Da socio, da primo tifoso, da sostenitore sempre pronto a guidare e accompagnare il prossimo. Anche nei giorni più bui.

La storia di Ezio Grosso, uno dei tre fondatori di Insuperabili, parte da lontano. Da un istituto bancario che gli stava stretto, dopo gli studi di economia. E da un’amicizia con Davide Leonardi, nata tra i banchi di scuola.

Così nel 2012, insieme ad Attila Malfatti, arriva il salto nel vuoto. “Ci eravamo resi conto che un impegno part-time non poteva bastare. Serviva continuità, serviva serietà. E allora abbiamo detto: Ok, proviamoci”.

Un sogno diventato realtà

A 13 anni di distanza i risultati parlano da soli: oltre 800 atleti, 18 sedi e più di 250 persone nel team, tra allenatori, psicologi ed educatori. Una realtà che è cresciuta anno dopo anno, senza mai perdere di vista la sua missione.

Ma la strada non è stata solo in discesa. “Ripenso al Covid: certo che me lo sono chiesto, chi me l’ha fatto fare. Ma poi guardo quello che siamo riusciti a costruire e mi sento grato. A volte, quando tutto sembra spento, bisogna imparare ad accendere la luce”.

Una ricetta semplice

Per Ezio Grosso l’ingrediente chiave è uno: “L’amore per ciò che facciamo. Ho sempre voluto dare qualcosa alla comunità, è nella mia indole. Se guardo i puntini e come si sono uniti, mi rendo conto che hanno disegnato un quadro perfetto”.

Il futuro, però, è ancora tutto da scrivere. “Adesso arriva il bello. Vogliamo realizzare un centro sportivo, fare qualcosa ancora più grande. Non sempre ci rendiamo conto di quello che stiamo creando. Mi piacerebbe che crescesse questa consapevolezza”.

Tre parole per un sogno

“Sogno, concretezza e fiducia”. Ezio le tiene come bussola quotidiana. Fiducia nei soci, fiducia nelle persone che ogni giorno scelgono di dedicarsi a questa avventura.

È questo spirito che ha fatto grande Insuperabili. Anche nei momenti di paura, quando pandemia e crisi sembravano fermare tutto. “Abbiamo deciso di rilanciare, di guardare oltre. E credo che proprio questo ci abbia premiato”.

Oltre lo sport

Il focus non è mai stato solo il calcio. “Il nostro centro è la vita delle persone che fanno parte di Insuperabili. Tra i momenti più belli c’è sicuramente la crescita di chi entra in questo mondo: dagli atleti fino al team che li accompagna. È lì che vedi la vera trasformazione.”

E in un Paese che lentamente sta cambiando la sua percezione della disabilità, Grosso è consapevole di quanto resti ancora da fare. “È chiaro, noi siamo solo una goccia. Ma alla fine, è proprio la goccia che erode la roccia”, sorride.

Una goccia, sì. Ma con la forza di un mare intero.
Perché Insuperabili non è solo sport: è vita.
E un sogno che non ha fine.

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