Spavento Bagnaia, però ha il Mondiale nelle mani

Il torinese non esulta: "Sono in vantaggio, ma ci sono tanti punti". Gara no di Martin. Domenica a Valencia con +21
Spavento Bagnaia, però ha il Mondiale nelle mani© EPA

Altro che corpo a corpo. Quella del Qatar non è una battaglia mancata tra Pecco Bagnaia e Jorge Martin bensì una roulette delle gomme. Sulla ruota di Losail esce l’89, che a sentire (e guardare) lo spagnolo, come d’altronde successo a parti invertirte sabato nella Sprint a scapito del torinese, pesca quella «difettosa» e come in Indonesia, quando aveva agguantato e superato l’ex compagno di squadra e finanche di stanza nelle GP Rooms ai tempi della Moto3, crolla sul più bello e quando conta di più (punti doppi). Allora arrivò una caduta, adesso una non-gara fin dal via, quando Jorge spinna a destra e sinistra come un principiante e alla prima curva si trova ottavo con Pecco primo.

Un ribaltone (da -7) che gli vale un provvisiorio -24, cresciuto man mano fino a un -26 diventato alla fine un -21 grazie all’alleato inatteso Fabio Di Giannantonio, che a quattro giri dalla fine se ne frega delle gerarchie Ducati (d’altronde è stato messo alla porta, anche se da Marc Marquez) e attacca e supera Bagnaia. Il quale nel tentativo di rispondergli, viene risucchiato dalla scia della GP22 targata Gresini e rischia di buttare tutto all’aria. «È stato veramente traumatico - ammette il campione del mondo -. Ci siamo leggermente toccati, tra le due moto non ci passava neanche una monetina. Ogni tanto bisogna avere fortuna e stavolta l’abbiamo avuta. Quando mi sono visto salvo e gli altri dietro lontani ho solo detto, ma vaff... L’obiettivo era vincere, quell’erore non me l’ha permesso». 

La situazione

Consegnandogli un vantaggio considerevole, visto che come un anno fa contro Fabio Quartararo arriva all’ultima gara (ora doppia) in programma il prossimo weekend a Valencia con il Mondiale nelle sue mani. Gli basterà fare 4 punti in più di Martin nlla Sprint per portare a casa il titolo sabato, in ogni caso sarà bis se dal suo mazzo estrarrà due carte a somma 16. I punti che gli assicurerebbero il Mondiale anche in caso di due vittorie dello spagnolo. Ma quell’errore porta con sé anche il tarlo di quei 5 punti sfumati alla fine che evocano il brutto ricordo del 2006, quando Valentino Rossi perse il Mondiale proprio a Valencia per aver perso la gara prima (Estoril e di 2 millesimi...) e da una moto Gresini (quella di Toni Elias).

La sicurezza di Pecco

«Ventun punti non sono tanti se consideriamo i 37 che ci sono in palio, però siamo assolutamente in una posizione di vantaggio - ostenta sicurezza Pecco -. Ora Jorge dovrà rischiare veramente tanto. Valencia è una pista su cui va forte, ma io ci ho vinto due anni fa. Sarà una bella lotta e l’incognita saranno le condizioni meteo, perché correremo quasi a dicembre. Sarà importante essere subito veloci, la Sprint sarà fondamentale». Martin invece mastica maro. Al punto da parlare di «Mondiale falsato», puntando il dito contro la Michelin. Quello che Bagnaia, che poteva farlo almeno due volte quest’anno, non ha mai fatto, probabilmente anche in questo più “pilota ufficiale” dello spagnolo. Comprensibile la sua rabbia, ma la denuncia di Jorge è fortissima.

Le parole di Martin

«Mi è stato rubato il titolo, è brutto un campionato deciso dalle gomme - sibila lo spagnolo della Pramac -. Credo nella buona fede della Michelin, ma è successa una cosa inaccettabile. Una vergogna. Alla fine della gara mi veniva persino da ridere. Non potevo fare nulla, s’è visto gia alla partenza. Ho provato a restare calmo, ma non avevo gomma. Sembrava di 40 giri, ma era nuova. Non è possibile che il titolo si decida così, per una gomma difettosa che ho pescato solo io». E a chi gli fa notare che la stessa cosa è successa a Bagnaia il giorno prima, Martin risponde secco: «Lui nella Sprint riusciva a girare a tre decimi dal primo, io in questa gara a un secondo...». Ragionamenti che scompaiono a fronte dell’unico numero che conta: 21, i punti da recuperare a Valencia. In casa dello spagnolo, che assicura: «Darò il massimo per vincere le due gare». Ma mettendo le mani davanti. «Complimenti a chi ha vinto, ma non mi hanno battuto in pista. Mi dispiace molto, perché penso di poter meritare la vittoria finale come Pecco. Ora però è davvero tosta». Bagnaia non ha intenzione di cascarci. Tanto meno di cadere fra pochi giorni sul Ricardo Tormo. Il mantra è calma e sangue freddo. Come un anno fa. Come ieri. «Siamo stati bravi, perché potevamo farci influenzare dalla situazione e farci fregare - sottolinea Pecco -. La cosa fondamentale è stata partire forte e riuscire a mettermi davanti. Poi tutto è filato abbastanza liscio a parte il quasi disastro con Diggia». Il vero jolly mondiale. Altro che gomme e pressione.

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