Millequarantatré e ottantasei. Sono i due numeri nella mente di Marc Marquez, ancora di più dopo una giornata di dominio d'altri tempi, con una pole position ottenuta con distacchi da tappone alpino e una Sprint conquistata senza la minima esitazione. Il primo successo da ducatista di Marquez rimarrà però soltanto parzialmente negli annali, e il primo a saperlo è proprio l'otto volte iridato, che ha subito commentato: "Bello, ma è soltanto una Sprint". L'obiettivo è puntato sul bersaglio grosso, la gara odierna, che può consentire al catalano di salire a 86 vittorie nel Mondiale, interrompendo un digiuno di 1043 giorni. Troppo per un campione di razza come Marc.
La sprint di Marquez
La Sprint è andata secondo i piani, con una partenza regolare dal lato pulito della pista (privilegio per chi ha ottenuto la pole) e un'inesorabile fuga, eludendo ogni tentativo di Jorge Martin e Pedro Acosta, che l'hanno accompagnato sul podio in una festa interamente spagnola. Per tutto il weekend, Marquez ha mostrato un feeling diverso rispetto ai rivali, tutti, chi più chi meno, in difficoltà su un asfalto infido e reso ulteriormente insidioso dalla pioggia di venerdì sera. Un asfalto sul quale soltanto Marc sembrava avere confidenza all'anteriore. Anche per questo, prima di lanciarsi in velleità di rimonta, il catalano ha preferito mantenere i piedi per terra, aspettando conferme anche in situazioni più ostiche: "Preferirei essere come Bagnaia, che vive un weekend in cui fa fatica a fronte di dieci in cui va forte. Vorrei tanto poter dire 'sì, arriviamo per il titolo', ma so che non è così. Però si deve cominciare da un weekend positivo: qui mi sono sentito a mio agio subito, anche se le condizioni erano estreme. Venerdì l'asfalto sembrava molto buono, ma poi la pioggia ha lasciato anche sabbia, quindi si scivolava tantissimo".
Le parole di Marquez
Una combinazione di fattori, quindi, tra una pista che Marc ama (ed è ricambiato, con una curva intitolata a lui) e che gira nel senso antiorario, quello preferito. E una GP23 che non sarà stata - nei primi 11 appuntamenti stagionali - paragonabile alla versione evoluta GP24, ma è pur sempre la seconda forza tecnica della classe regina. Ieri la Ducati dello scorso anno ha ottenuto il primo successo del 2024, in attesa di ripetersi oggi nel GP vero e proprio. "Ma mi aspetto che Martin e Bagnaia tornino a lottare davanti" ha ammesso Marc. Accanto al pubblico spagnolo in visibilio, il successo di Marc ha generato ammirazione anche tra i colleghi. In primis quel Pedro Acosta che non aveva avuto remore nel duellare con il connazionale più esperto fin dal debutto, in Qatar, lanciandogli il guanto di sfida: "Se Valentino Rossi ha avuto Marc, Marc avrà me". Ieri Pedrito, terzo al traguardo dopo essere passato per la tagliola della Q1 (superata per otto millesimi su Marco Bezzecchi), non ha lesinato i complimenti al vincitore: "Marc ha dimostrato di avere attributi molto grandi, e non mi riferisco soltanto a quello che ha fatto qui - ha detto il ventenne della GASGAS - ma penso a tutto ciò che ha passato".
La rinascita di Marquez
Da quell'incidente di Jerez nel 2020, il tempo per Marquez si era fermato, e se è vero che poi nel 2021 erano arrivati tre successi, va altresì ricordato che erano stati comunque meno frequenti rispetto alle (quattro) operazioni al braccio destro. Per rinascere, Marc ha accettato di cambiare tutto, arrivando persino a interrompere in anticipo il contratto con la Honda, scindendo un legame che sembrava infinito. La scommessa con la Ducati ha riportato Marquez nelle posizioni più nobili e ieri una prima barriera è stata abbattuta. Oggi, 149 settimane dopo quel successo a Misano, può cadere un ulteriore muro, aprendo la strada verso le Colonne d'Ercole del nono titolo, da inseguire nel team ufficiale Ducati.