Superbike show: Bautista-Razgatlioglu è come Ali-Foreman

Lo spagnolo vede sempre più vicino il 2° titolo mondiale dopo la superba battaglia contro il turco andata in scena a Portimao
Superbike show: Bautista-Razgatlioglu è come Ali-Foreman© /Agenzia Aldo Liverani Sas

‘... e mentre su Motegi calano le prime ombre della sera sull’ennesimo scialbo fine settimana della MotoGP, la SBK ci ha graziati di un epico scontro tra titani a Portimao…’

La pista portoghese è bella e piena di insidie. Merito di curve a banking negativo, cambi di direzione ciechi, saliscendi, staccate in discesa e cambi di direzione e pendenza. Da guardare è uno spasso. Guidarci non so, ma ai piloti del Mondiale SBK importa poco. Questi sono distratti dalla logorante ambizione di vincere. Ciò vale in particolare per i signori Toprak Razgatlioglu ed Alvaro Bautista. I due sono sul ring della SBK da febbraio. Portimao è il penultimo round. Portimao si addice alla Yamaha, alla sua manovrabilità e queste caratteristiche si esaltano tra le ginocchia di un funambolo come Toprak.

La Ducati per conto suo soffre un po’ i cambi di direzione, le staccatone e si innervosisce ancor di più se in sella si ritrova quel fantino di Alvaro. Ma la pista portoghese ha anche un rettilineo e questo viene preceduto da un doppio curvone da terza e poi quarta marcia. È questa parte di circuito che diventa la tela dove il pittore spagnolo di rosso vestito dipinge il suo capolavoro. Alvaro disegna giro dopo giro traiettorie giottesche che gli permettono di fiondarsi sul rettilineo come una sassata e scatenare la potenza del motore Ducati infliggendo decimi di secondo ad ogni avversario.

Il duello portoghese

In Gara-1, dopo qualche scaramuccia iniziale, Alvaro prende il comando, Toprak fa una sbavatura che gli costa mezzo secondo. Da lì in poi e per circa quindici giri i due viaggiano in tandem su tempi pressoché uguali, ma il turco non ricuce lo strappo ed Alvaro vince e va a +52 nel Mondiale.
Domenica, Sprint Race: i due gladiatori prendono l’iniziativa, salutano la compagnia. Due uomini solo al comando. Durante l’ultimo giro Bautista cura ogni curva in funzione dell’ultima. Leccando la ruota posteriore della Yamaha finge un attacco all’esterno in uscita del curvone, Toprak allarga la traiettoria per coprire ma Alvaro si è già infilato all’intero e ciao: +55 in classifica. Bautista ha fatto come il pugile inchiodato alle corde che con un montante preparato stende l’avversario. Al parco chiuso il turco è mostra di aver subito il colpo. Ma Toprak è uno veramente tosto e si presenta pronto per Gara-2. Pronti, via. I due vanno davanti rimanendo soli sul ring di Portimao. Si tolgono i guanti per darsele meglio. È un affare tra loro. Guidano ad un altro livello. Si superano trentacinque, cioè 35, ovvero XXXV volte, regalandoci uno scontro glorioso.

I due si conoscono, si rispettano. Corretti, veloci. Si menano con un’intensità devastante. Ali-Foreman, Agler-Mugabi. Per noi delle due ruote e dai paragoni endotermici: Rossi-Lorenzo, Dovizioso-Marquez. Stili e moto diverse, stessi tempi sul giro. Uno spettacolo da antologia. Alla fine, la spunta Bautista che prepara un ultimo giro carta carbonato sulla Sprint Race. Toprak copre l’interno ma Bautista è già lanciato sul cordolo esterno e ciao anche stavolta: +60 in classifica.
Grazie Toprak, grazie Alvaro. Ci rivediamo a Jerez, ma potrebbero vederselo sfuggire di mano. Ed ecco perché l’amico Cappelli ed io siamo rassegnati a soffrire, con mal celata dignità, fino alla fine. Avanti di 47 punti. Tanti? Per niente. La Superbike ne distribuisce 62 ad ogni weekend divisi in due gare e mezza (la Sprint della domenica mattina conta metà giri e regala metà punti, come avviene da quest’anno al sabato nella MotoGP). Ecco perché un vantaggio consistente può svanire in un attimo.

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