Cisitalia e Itala, il Mauto e Torino protagonisti a Goodwood

I due esemplari, entrambi con una grande storia, sono in perfette condizioni e suscitano entusiasmo
Cisitalia e Itala, il Mauto e Torino protagonisti a Goodwood© La direttrice del Mauto, Mariella Mengozzi

TORINO - Grande successo al Festival of Speed, il tradizionale appuntamento d’estata in Inghilterra, uno degli eventi motoristici più importanti al mondo, per due esempliari di auto del Museo dell’Auto di Torino. La Cisitalia 202 SMM Nuvolari e la Itala Pechino-Parigi, due vetture simbolo della collezione del museo torinese,. Le vetture fanno parte “Batch 1”, la categoria dedicata alle vetture aznteguerra, road racers e Bentley. Quando non sono in pista, sono esposte nei Brooklands Paddocks.

LA CISITALIA - Progettato sotto la direzione dell’ingegnere Giovanni Savonuzzi, responsabile tecnico della Cisitalia dal 1945 al 1948, lo spider denominato “Nuvolari” - in omaggio al grande mantovano che lo guidò nella 1000 Miglia del 1947 - è un esempio di stile quanto mai originale. La scocca è interamente in alluminio, con le pinne aerodinamiche appena accennate sui parafanghi posteriori. Tazio Nuvolari venne scelto da Piero Dusio, patron della Cisitalia, come suo pilota e, anche se non più giovane né in perfetta salute, corse una gara strepitosa. Non vinse, ma entusiasmò. Tra il 1947 e il 1948 furono costruiti una ventina di esemplari di questo modello: quello del Mauto è uno dei 10 tuttora esistenti.

LA ITALA - Questa è la storica vettura che nel 1907, con l’equipaggio composto dal principe Scipione Borghese, il meccanico Ettore Guizzardi e Luigi Barzini, inviato speciale del Corriere della Sera, vinse in 60 giorni il raid Pechino-Parigi, promosso dal quotidiano francese “Le Matin”. L’Itala partì da Pechino il 10 giugno per un viaggio lungo 16 mila chilometri. Venne accolta in trionfo all’arrivo a Parigi il 20 agosto, con 20 giorni di anticipo rispetto agli altri quattro equipaggi avversari. Fu costruita dall’omonima azienda torinese. Dopo la gara la vettura fu esposta in qualche salone, ma presto cadde nell’oblio. Fu solamente nel 1933 che la Itala offrì la vettura al conte Biscaretti per il suo costituendo Museo dell’Automobile. Da allora fa parte della collezione permanente del Mauto.

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