© VR46TORINO - La MotoGP si appresta a celebrare il 1000° GP della sua storia questo fine settimana a Le Mans e Pecco Bagnaia vuole di più. Al torinese, che negli ultimi due giorni s’è allenato con il suo mentore Valentino Rossi e la VR46 Academy sulle pitbike al Galliano Park di Forlì e al Ranch di Tavullia, non basta aver riportato il titolo alla Ducati 15 anni dopo Casey Stoner, né essere riuscito dove ha fallito lo stesso Valentino, ovvero di diventare il primo italiano a salire sul tetto del mondo della top class con una moto italiana ben 50 anni dopo Giacomo Agostini. Vuole essere associato alla Rossa come lo è stato il Canguro Mannaro australiano, diventare immortale. E l’unica strada è quella di confermarsi campione, mantener il numero 1 che nonostante gli errori in Argentina e in Texas ha riportato in vetta alla classifica a Jerez.
Così prima di volare in Francia per quinto atto iridato, il torinese ha fatto l’ennesimo atto di umiltà. «Per me è molto difficile vedere il mio nome accanto a quello di Casey, uno dei miei idoli da piccolo. So di aver vinto il titolo con la Ducati come lui e di aver conquistato il record di vittorie consecutive (quattro, ndr), ma non mi vedo ancora come lui».
Il grande sogno di Pecco, dopo aver conquistato il titolo della MotoGP (il secondo con quello della Moto2 nel 2018), è diventare davvero il messia rosso. E il suo è un atto d’amore. «La Ducati è sempre stata la mia marca preferita, fin da bambino sono stato uno dei più grandi fan delle moto rosse. Mi piacerebbe che il mio nome si identificasse ancora di più con quello della Ducati. È un po' come il binomio Marquez-Honda, o Valentino nel caso della Yamaha». Idee chiare, personalità da fenomeno.
