Horner, la Red Bull e la dipendente sospesa: "Mi piacerebbe parlarne ma..."

Le parole del team principal britannico sul caso che ha tenuto banco nelle ultime settimane in Formula 1

Il caso Horner, che ha tenuto banco nelle scorse settimane e che ha monopolizzato l’attenzione all’esordio del Mondiale in Bahrain, si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo che il team principal della Red Bull è stato prosciolto dalle accuse di “comportamenti inappropriati” nei confronti di una dipendente da un’indagine interna, adesso, stando a quanto riferito da “F1 Insider” la Red Bull avrebbe licenziato la dipendente. Sembra sempre più chiaro quanto le accuse a Horner siano solo la punta di un iceberg, al di sotto del quale si nasconde una lotta ben più dura e vasta che ha per posta il destino della squadra e avvalora la tesi secondo cui l’attacco a Horner sarebbe la conseguenza del tentativo di dare la scalata alla proprietà della squara con l’appoggio del socio thailandese, Chalerm Yoovidhya che detiene il 51% del pacchetto azionario.

Ed è alla fazione Yoovidhya-Horner che sarebbe da imputare il licenziamento della ragazza. Sull’altro fronte lo schieramento vede il super consigliere Helmut Marko, l’erede Mark Mateschitz e l’amministratore delegato Oliver Mintzlaff, che godono dell’appoggio di Jos Verstappen, il padre di Max, che ha sempre glissato sull’argomento, evitando anche di difendere Horner.

Le parole di Horner

"Dipendente sospesa? Mi dispiace ma non posso commentare su cose riservate tra una dipendente e l’azienda. Non posso dichiarare nulla. Mi piacerebbe farlo ma non posso farlo per via di queste restrizioni dovute alla riservatezza. E’ stato un processo molto impegnativo che ha messo alla dura prova me e la mia famiglia. Tutto è stato concentrato in un’unica direzione e altri hanno cercato di trarre vantaggio da questa situazione. Io e la Red Bull guardiamo avanti e al futuro. Il caso è chiuso" ha dichiarato Horner.

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