Quelli contro la MotoCorrida: c'è l'esigenza di un'Associazione Piloti

Carenate a ripetizione, incidenti, piloti che vengono quasi alle mani, discussioni in Direzione Gara: a Jerez si è raggiunto il limite, Fim e Dorna devono intervenire
Quelli contro la MotoCorrida: c'è l'esigenza di un'Associazione Piloti© EPA

Torino - Chiamatela MotoCorrida. Vi piace? Dalla televisione forse sì, dalla pista alla maggior parte dei piloti no. Alle Case neppure. Anche perché si corre con bolidi sempre più costosi ma pure performanti, pensanti e ingombranti, con ali e appendici di carbonio tagliente. E ovviamente senza cellule di sopravvivenza come in Formula 1. Per questo sta per partire la rivolta. Anzi, è già iniziata. Il capolavoro di Pecco Bagnaia a Jerez, infatti, è stato talmente accecante da coprire una situazione ormai arrivata al limite, se non oltre. Mentre Marc Marquez mostrava alle telecamere goduto i segni neri della ruotata del torinese sulla sua tuta e Valentino Rossi esaltava il nuovo atteggiamento cattivo del suo pupillo («è molto importante che cerchi sempre di rispondergli, perché uno come Marc tende a mangiarti sopra la testa se vede che sei un po’ meno forte: se sanguini ti morde più forte, come gli squali»), in pista e in Direzione Gara si consumavano liti e quasi risse. 

Le decisioni dei giudici e i malumori

Le decisioni (meglio: le non-decisioni) dei giudici del Motomondiale hanno creato malumori e alzato ulteriormente la tensione. Due gli episodi chiave. All’inizio della gara (8° giro) l’entrata esagerata di Aleix Espargaro che ha trasformato la Honda di Johann Zarco in un birillo. Alla fine (16° giro) il replay del tutto tra Franco Morbidelli e Jack Miller, con l’australiano della Ktm ad accennare finanche a una testata al romano della Ducati Pramac mentre i commissari di pista correvano a separarli. Ma sono gli esiti del primo motoscontro quelli più pesanti e che dimostrano come si sia arrivati a un limite ormai invalicabile, a meno di mettere davvero a rischio la vita dei piloti. Lo spagnolo dell’Aprilia e il francese della Honda Lcr sono stati infatti convocati dalla Direzione Gara e gli uomini del team di Lucio Cecchinello hanno dovuto portare via di peso Zarco, furibondo con Freddie Spencer, il grande ex che li dirige (e che è stato raggiunto da Bagnaia a quota 20 successi in top class). «Non è una persona adeguata a questo posto, dobbiamo cambiare le cose» la sfuriata di Johann. Espargaro, criticando «il modo senza rispetto di sorpassare» del francese, al quale ha cercato di replicare cadendo, sottolinea come ormai «non si viene penalizzati per i contatti». Quelli denunciati da tempo da Bagnaia, caduto a Portimao con Marquez atterrato da Brad Binder nella Sprint di sabato in un panino con Marco Bezzecchi: «Ci sono certi piloti fuori di testa e entrano dove non c’è spazio. O molli e passano, o s’appoggiano e ti mandano fuori». 

La posizione di Mir ed Espargaro

Una posizione condivisa da Joan Mir, che dopo l’incidente di Pecco, è stato a sua volta vittima (perdendo “solo” quattro posizioni) della furia di Marquez, bramoso di rimontare dopo la sua caduta. «L’anno scorso a Portimao per un errore uguale su Quartararo ho dovuto scontare un doppio Long Lap nella gara di domenica, a Marc hanno fatto solo restituire una posizione nella Sprint. È incredibile il modo in cui i commissari valutano questo genere di cose. Penso anche a Binder su Bagnaia». Giudicato “incidente di gara”. Zarco, il secondo più vecchio in griglia, rispolvera l’esigenza di un’Associazione Piloti, un sindacato come quello della F1. «Stiamo lavorando per avere questo gruppo e anche per avere le persone adeguate a prendere le decisioni» dice il francese. Una vecchia idea di Aleix Espargaro, il veterano da molti indicato come perfetto presidente. E che a sua volta tuona contro la Direzione Gara. «Non capisco i criteri usati con Marquez e Binder. Ogni settimana ci sono situazioni simili ma vengono giudicate in modo diverso. Nella Safety Commission ne parliamo sempre, ma non cambia nulla». A Le Mans se ne ridiscuterà e sarà una riunione calda. Molti vogliono la testa di Spencer e ripropongono il cosiddetto “pulsante rosso” sul manubrio per avvisare la Direzione Gara in situazioni complicate (acqua, olio...). «Lo chiediamo alla Dorna da due anni» afferma Espargaro, che boccia i messaggi radio nel casco in stile F1 già sperimentati. 

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