Forse ha esagerato, mettendo le mani avanti, ma in fondo Helmut Marko non ha espresso un concetto troppo estremo: da un punto di vista tecnico, la Formula 1 che entra nella seconda metà del campionato vede McLaren e Mercedes leggermente davanti alla “sua” Red Bull, e di conseguenza alla stessa Ferrari. Gli aggiornamenti che non hanno funzionato sulla SF-24, almeno le novità più recenti, sono quelli che hanno fornito un boost alle Frecce d’Argento che hanno vinto – non senza assist della Dea Bendata e delle strategie sbagliate dai rivali – gli ultimi due GP con George Russell e Lewis Hamilton. E al tempo stesso, è almeno un anno che la McLaren non sbaglia un colpo con le novità tecniche, in particolare quelle inserite in corsa. E così la doppietta Hungaroring-Spa, tredicesimo e quattordicesimo appuntamento sui 24 della stagione, introduce una seconda metà dell’anno nel quale i valori rischiano di essere differenti rispetto ai primissimi GP, nei quali Max Verstappen e la Red Bull sembravano disputare un campionato a parte (Max continua a fare risultati ma deve metterci del proprio), e in cui la Ferrari appariva decisamente come la seconda forza. Eppure le due protagoniste della nuova geografia della F1 vivono situazioni differenti, e non potrebbe essere altrimenti considerando anche la storia recente: la Mercedes, abituatasi a vincere nel periodo 2014-21, ha sfruttato a dovere le occasioni in Austria e Gran Bretagna. La McLaren in ripresa dopo anni difficili, ha forse pagato la desuetudine a lottare per il successo, e la singola vittoria di Lando Norris a Miami va stretta in relazione al valore espresso dalla MCL38, e se all’inglese è mancato un po’ di cinismo, al compagno di team Oscar Piastri hanno fatto difetto l’esperienza e, a dire il vero, qualche scelta del muretto box.
Antonelli il post-Hamilton
Sono differenti anche le prospettive delle due scuderie. La Mercedes lavora con una coppia di piloti che cambierà nel 2025, in virtù del trasferimento di Hamilton alla Ferrari. Il sostituto non è stato ancora annunciato, ma non passa settimana senza che emerga un indizio sulla promozione di Andrea Kimi Antonelli. L’ultimo lo ha fornito il direttore tecnico James Allison, che a Beyond the Grid ha ribadito con ancora più veemenza un concetto espresso già dopo i primi giri del 17enne bolognese nei test sulle vetture a effetto suolo. “Non è possibile ignorare quanto sia tremendamente bravo… Il mio lavoro è preoccuparmi di far funzionare l’auto del presente, ma è bello sapere che in prospettiva c’è questo giovane talento in erba che prima o poi sarà con noi. Sostituirà Hamilton? Sarebbe una richiesta enorme, ma anche quando Lewis salì per la prima volta su una F1 in molti avevano gli stessi interrogativi” ha detto l’ingegnere ex Ferrari. Se con Russell e Antonelli la Mercedes può ragionare in prospettiva, la McLaren è chiamata a concretizzare quanto prima, visto che le occasioni sprecate iniziano a essere troppe. Norris ha rotto il ghiaccio a Miami ma al momento è più ricca la lista dei rimpianti, mentre Piastri morde il freno: “Mi sento pronto per vincere, a impedirmelo finora sono sempre state ragioni differenti, gara dopo gara, da un lato è positivo, dall’altro è negativo” ha detto l’australiano. “Gli errori ci sono stati ed è un peccato. Però la parte più importante, la competitività dell’auto, gioca a nostro favore. Dobbiamo soltanto capitalizzare”. La bontà della MCL38 è sotto il controllo della concorrenza, in particolare di una Red Bull che fatica sempre di più a primeggiare: il team campione del Mondo avrebbe inviato, secondo Auto Motor und Sport, una richiesta di chiarimenti alla FIA su fori di raffreddamento nell’impianto frenante coperti da nastro adesivo. Il sospetto sarebbe l’aggiunta di un canale di raffreddamento – vietato – che aiuterebbe a evitare l’innalzamento della temperatura delle gomme.