È il giorno di Adrian Newey in verde. Prima di pranzo l’Aston Martin annuncerà l’ingaggio del genio delle monoposto, ultimo tassello di una sfarzosa campagna acquisti di tecnici e tecnologia (vedi i motori Honda ) messa in campo da Lance Stroll con l’appoggio economico del fondo saudita Pif per portare in alto il team di Silverstone, in questi due anni tornato indietro nelle graduatorie e nelle aspettative nonostante al volante ci sia Fernando Alonso. Mentre in Red Bull cercano faticosamente di porre rimedio all’errore di rivoluzionare una monoposto dominante («abbiamo reso la RB20 fin troppo complessa» ammette il team principal Christian Horner) in Aston Martin realizzato quello che era nei piani della Ferrari, un mega pool di ingegneri, ultimi arrivati Enrico Cardile, strappato proprio alla Ferrari per fare il direttore tecnico (in quel ruolo Fred Vasseur ha deciso di promuovere il francese Loic Serra prim’ancora che finisse il gardening dalla Mercedes) e ora Newey. Il re dei tecnici, in tutti i sensi.
I dettagli del contratto
Difficile che oggi, prima che l’Aston Martin si trasferisca a Baku per il 17° GP stagionale, vengano svelati i dettagli di un contratto da mille e una notte, ma in questi giorni sono trapelati da autorevoli testate anche di finanza. Intanto perché si parla di un ingaggio principesco, ben 35 milioni di euro all’anno per cinque stagioni. Quindi 175 milioni fino al 2029, quando Newey avrà 70 anni e probabilmente si godrà una meritata pensione. Un sacco di soldi che insieme a nuove strutture all’avanguardia (compresa la galleria del vento quasi ultimata) hanno convinto l’ingegnere inglese, comunque poco propenso a vivere anche solo per piccoli periodi in Italia, a dire no alla Ferrari, con la quale pare avesse firmato un pre-contratto. Meglio, un’opzione. Ma la mossa che ha fatto pendere la bilancia dalla parte dell’Aston Martin è stata l’ultima di Lawrence Stroll. Il miliardario canadese che ha acquistato il team nel 2018 anche per far correre il figlio Lance, sul piatto ha messo pure una quota azionaria della squadra, che non è legata a livello di proprietà con la Casa automobilistica di lusso, posseduta da Lagonda Global Holdings Plc.
Il nuovo organigramma
Newey insomma diventerà co-proprietario del team. Non solo lui. Il vero colpo di Stroll è stato, dicono, quello di aggirare il budget cup (135 milioni di dollari l’anno) che prevede solo tre eccezioni tra gli stipendi dei tecnici, oltre a quelli dei piloti, proprio con la trovata di ridurre il monte ingaggi dando ad alcuni dipendenti top azioni della società. D’altronde il nuovo organigramma dell’Aston Martin è molto pensante in termini di qualità ma anche costi con le presenze del già citato Cardile (CTO), di Andy Cowell (CEO, dalla Mercedes), Bob Bell (dall’Alpine, direttore esecutivo), Dan Fallows (dt arrivato nel 2021 dalla Red Bull), Eric Blandin (il suo vice) e Luca Furbatto (dalla Alfa Romeo , capo progettista). E ora Newey.