MotoGp, Pecco Bagnaia esalta Misano e apparecchia il sorpasso su Martin

Dopo un’altra pole record il torinese vince a Misano una Sprint pazzesca nonostante una brutta partenza e ipoteca la 100ª vittoria Ducati che gli darebbe di nuovo la vetta nel Mondiale

INVIATO A MISANO - L’era rossa, l’era di Pecco Bagnaia, resa ancora più grande dalla rivalità con Jorge Martin. Fatevene una ragione, non dimenticate il radioso passato giallo, ma andate avanti, godetevi questi ragazzi che con queste moto astronavi raggiungono velocità e pieghe impensabili soltanto un anno fa. E che continuano ad accelerare, record dopo record, battaglia dopo battaglia, in un duello che non permette errori. La grande bellezza a due ruote, con il ragazzo bello soprattutto dentro che raggiunge e valorizza ciò che si mette si mette in testa. A partire dal conservare ancora quel numero 1 sul cupolino (sarebbe la terza volta di fila in MotoGP...), missione che Pecco apparecchia in tutti i sensi con un sabato perfetto: pole mostruosa, anche se il muro dell’1’30” a Misano non cade per 32 millesimi («la telemetria dice che li ho persi con una chiusura al curvone, dopo aver toccato la linea bianca: riverniciarla nella notte è stata una bella idea...»), e vittoria in una Sprint iniziata male («non so perché, ma nelle ultime gare la mia moto vuole impennare: dobbiamo trovare una soluzione, perché non è possibile perdere posizioni ogni volta») ma condotta con un ritmo indiavolato e insostenibile grazie a un sorpasso al 7° giro sul rivale-amico andato leggermente lungo. «Mi ha distratto l’avvertimento dei track limits sul dashboard», dice Martin.

MotoGp, la classifica piloti

Bagnaia e Martin fanno la differenza

Il risultato è il quarto trionfo Sprint stagionale e il -4 in classifica che significa avere la chance di tornare in testa oggi vincendo la gara al suo 100° GP in top class. Che poi significherebbe regalare alla Ducati il 6° titolo (5° consecutivo) costruttori con largo anticipo e la 100ª vittoria. L’ottava personale stagionale, raggiunta in passato solo dal primo messia rosso Casey Stoner, da Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez, l’ultimo a centrarlo (arrivando fino a 12) nel 2019. Tempi di grandi duelli e fenomeni, tempi che sono tornati. Perché regolarmente là davanti sono i soliti quattro: il ritrovato (con la Ducati) Marquez, Enea Bastianini, Martin e Bagnaia. Il primo per reggere il confronto deve tornare a rischiare e cade (due volte, una in qualifica: gli costa la terza fila e il 4° posto), il secondo cresce e frequenta con costanza il podio restando a debita distanza. Jorge e Pecco fanno la differenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le parole di Bagnaia

«È stata una gara di velocità pura - se la gode Bagnaia -. Siamo arrivati a un livello tale che ricorda quello di anni fa, quando davanti c’erano i soliti noti. Li chiamavano i Fantastici Quattro. Adesso siamo in due, io e Jorge. Per stare davanti devi rischiare senza poterti permettere errori, inseguire la perfezione, ma proprio questo ci aiuta ad andare ancora più forte. E da pilota vi dico che è figo». Quello che serve per acuire ancora di più «la consapevolezza interiore di essere un vero campione» della quale alla vigilia ci ha parlato Davide Tardozzi. «Rispetto al primo weekend di Misano sto bene fisicamente e posso rischiare. Questa volta non mi sarei accontentato del secondo posto. Non avessi approfittato dell’errore di Jorge mi sarei buttato dentro a costo di mollare i freni. Vincere era fondamentale, esserci riuscito in una Sprint che non è il mio territorio ha un grande valore».

Pecco, non solo numeri

Ma quello di Pecco non sta solo nei numeri (pole, vittorie, titoli) del suo dominio, ma in ciò che trasmette. Due settimane fa ha portato in questo paddock i ragazzi in cura oncologica all’Ospedale Regina Margherita e Casa Ugi di Torino. Ora il casco speciale dedicato a Tortellante, una onlus che grazie allo chef Massimo Bottura aiuta i ragazzi autistici facendo loro mettere le mani in pasta. «Un’iniziativa fantastica che dà valore a persone con problemi, rendendoli partecipi in un grandissimo progetto. Con quello che è successo in questo periodo era il momento giusto per valorizzarla. Far del bene è sempre positivo». Il riferimento è ala scomparsa di Luca Salvadori. Sul casco ci sono anche il suo numero (23) e il suo nome. «Non basta, nulla potrà mai bastare di fronte alla morte, ma portarlo con me in moto è il minimo che io possa fare». Il massimo è vincendo.

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INVIATO A MISANO - L’era rossa, l’era di Pecco Bagnaia, resa ancora più grande dalla rivalità con Jorge Martin. Fatevene una ragione, non dimenticate il radioso passato giallo, ma andate avanti, godetevi questi ragazzi che con queste moto astronavi raggiungono velocità e pieghe impensabili soltanto un anno fa. E che continuano ad accelerare, record dopo record, battaglia dopo battaglia, in un duello che non permette errori. La grande bellezza a due ruote, con il ragazzo bello soprattutto dentro che raggiunge e valorizza ciò che si mette si mette in testa. A partire dal conservare ancora quel numero 1 sul cupolino (sarebbe la terza volta di fila in MotoGP...), missione che Pecco apparecchia in tutti i sensi con un sabato perfetto: pole mostruosa, anche se il muro dell’1’30” a Misano non cade per 32 millesimi («la telemetria dice che li ho persi con una chiusura al curvone, dopo aver toccato la linea bianca: riverniciarla nella notte è stata una bella idea...»), e vittoria in una Sprint iniziata male («non so perché, ma nelle ultime gare la mia moto vuole impennare: dobbiamo trovare una soluzione, perché non è possibile perdere posizioni ogni volta») ma condotta con un ritmo indiavolato e insostenibile grazie a un sorpasso al 7° giro sul rivale-amico andato leggermente lungo. «Mi ha distratto l’avvertimento dei track limits sul dashboard», dice Martin.

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Bagnaia e Martin fanno la differenza

Il risultato è il quarto trionfo Sprint stagionale e il -4 in classifica che significa avere la chance di tornare in testa oggi vincendo la gara al suo 100° GP in top class. Che poi significherebbe regalare alla Ducati il 6° titolo (5° consecutivo) costruttori con largo anticipo e la 100ª vittoria. L’ottava personale stagionale, raggiunta in passato solo dal primo messia rosso Casey Stoner, da Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez, l’ultimo a centrarlo (arrivando fino a 12) nel 2019. Tempi di grandi duelli e fenomeni, tempi che sono tornati. Perché regolarmente là davanti sono i soliti quattro: il ritrovato (con la Ducati) Marquez, Enea Bastianini, Martin e Bagnaia. Il primo per reggere il confronto deve tornare a rischiare e cade (due volte, una in qualifica: gli costa la terza fila e il 4° posto), il secondo cresce e frequenta con costanza il podio restando a debita distanza. Jorge e Pecco fanno la differenza.

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