
Inviato a Campiglio - Ducati è casa sua. Da cinque anni. Da chi è arrivato dopo le leggende (Rossi e Lorenzo) che dovevano essere i messia rossi ma non lo sono stati. Pecco Bagnaia sì. Il più vincente, al punto da sembrare strano che non abbia più il n.1 sul cupolino. Riparte dal suo 63 per riconquistarlo. Dovrà battere quello che numero 1 è stato per ben otto volte fino al terribile crac del 2020. Il nemico del suo migliore amico. Ma Pecco vuole armonia, famiglia. Per questo la prima foto sulla GP25 sul palco la vuole fare con Domizia Castagnini, sua moglie. Poi stringe la mano allo spagnolo guardandolo negli occhi e si racconta.
Pecco, come sono stati questi mesi senza moto?
«Belli. Ho fatto il viaggio di nozze, nel quale mi sono goduto mia moglie e rilassato, ma anche ho avuto molto tempo per riflettere. Cosa che ho fatto anche prima di partire e dopo. Ho passato ore ad analizzare e rivedere gli errori commessi e le mie gare peggiori dell’anno scorso».
E cosa ha capito?
«Che non si può essere sempre e solo davanti, che a volte è meglio aspettare, perché il campionato è lungo e si possono guadagnare e perdere molti punti ogni fine settimana. Non dico che sia sempre stata colpa mia, ma in più di una situazione se avessi avuto più pazienza non sarei caduto. Ho vinto 11 gare, ma era meglio vincerne 10 e arrivare una volta in più: avrei conquistato il terzo Mondiale consecutivo».
Aver perso il n.1 a favore di Martin cambierà il suo modo di correre?
«Non il mio approccio però. L’obiettivo è sempre quello di vincere, ma il bersaglio finale. Dentro di me sento una volontà estrema di riprendermi quello che ho perso, tornare a correre il prossimo anno con il numero 1 sulla carena».
Per riuscirci più che Martin e un altro box, dovrà battere Marquez nel suo...
«In partenza non si può dire chi sarà il tuo avversario principale, mai sottovalutare nessuno, dalla Ktm di Acosta all’Aprilia di Jorge e Bez, ma neppure la Yamaha che nelle ultime gare del 2024 è cresciuta e la Honda che non potrò continuare sempre ad andare male. Però diciamocelo, sulla carta sarà un testa a testa tra me e Marc».
Tutti parlano di Dream Team, ma anche di una potenziale polveriera. Come vanno le cose?
«Stiamo cercando di conoscerci e per ora le cose vanno bene. Se sarà davvero così lo scopriremo più avanti. La Ducati è diventata dominante anche perché abbiamo costruito un ambiente positivo, una clima di famiglia. Ho iniziato con Jack (Miller, ndr) e voglio continuare a farlo. Non ho mai avuto problemi coi miei compagni di squadra e non ho intenzione di averne. L’obiettivo è collaborare per arrivare al primo test con le idee chiare. La nuova moto sarà sicuramente un passo avanti».
Siamo sulle piste della Coppa del Mondo di sci: viene in mente il paragone con Goggia e Brignone, che non si amano ma che spingono a migliorare.
«Ci sta. So quanto sia importante unire le forze per tirare fuori la miglior situazione possibile a livello tecnico, ma anche che è sempre bello e importante avere uno stimolo, un compagno di squadra forte. Proveremo a batterci, ma impareremo l’uno dall’altro a farlo».
Lei cosa vuole prendere da Marquez?
«Quello che ho già iniziato a studiare lo scorso anno avendo a disposizione i suoi dati: le curve a sinistra. è il suo punto forte, non il mio. Lavorerò e grazie a lui potrò migliorare».
Un altro paragone: si sente come Leclerc che in Ferrari deve gestire l’arrivo di Hamilton?
«Non so. Da noi l’aspetto umano conta ancora qualcosa in più del mezzo e sicuramente in Ducati abbiamo trovato la squadra prima che in Ferrari. Loro sono competitivi, ma non è ancora al livello di altre squadre, quindi stanno lavorando tantissimo e con Charles e Lewis insieme faranno sicuramente un altro step. Noi invece siamo in grado di vincere titoli almeno dal 2017, anche se ci sono riuscito io dal 2022. Da lì non abbiamo più perso. Difficile quindi fare un paragone tra F1 e MotoGP, ma quello che è certo è che se corri con la Rossa, che sia in moto o in macchina, sai che corri con un’eccellenza».
Cosa vuole dire per lei però avere in squadra il più grande campione di questa era della MotoGP?
«Molto bello per noi che lavoriamo dentro e ancor più per chi guarda e tifa. In Ducati arriva un pilota con tantissima esperienza, che sicuramente proverà di tutto per vincere. Ma è anche il mio obiettivo. Cercherò di batterlo ma come detto anche di imparare tutto quello che posso da lui, soprattutto ad essere competitivo anche quando la situazione non è quella ideale, perché Marc è uno che ha vinto dei Mondiali anche quando non guidava la moto migliore».
Si aspetta giochi mentali da parte sua?
«Inutile, con me non attaccano».