Coronavirus, ancora un po' di pazienza prima di tornare in moto

Sale l'attesa per la fase 2 e alcune Regioni spingono per riaprire tutto, con rapidità. È la scelta giusta? Nel frattempo, sarebbe opportuno resistere ed essere cauti: la moto è un mezzo sicuro, ma va usata solo se necessario
Coronavirus, ancora un po' di pazienza prima di tornare in moto

Pazienza, pazienza, pazienza. In questi mese ce ne hanno chiesta davvero tanta: l'emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha messo in crisi società ed economia, colpendo di cittadini, molti dei quali sono costretti in casa. Una misura necessaria per contenere il Covid-19, ma anche una situazione difficile da accettare che ha messo alla prova anche le tempre più inflessibili. Durante queste lunghe settimane abbiamo avuto modo di riflettere, farci un'opinione e analizzare le tante notizie che ci arrivano. Il futuro è un'incognita e sale l'attesa per quello che accadrà dal 4 maggio, con l'inizio della cosidetta fase 2. Per adesso, dobbiamo pazientare ancora un po', capire quali saranno le direttive del Governo e stare a casa. Negli ultimi giorni, però, si fanno sempre più insistenti quelle notizie su alcune regioni che, dal 4 maggio appunto, spingono per ripartire con rapidità e riaprire tutto.

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Un mezzo sicuro

Ma le moto? Dov’è il nesso? Ci arriviamo. Le due ruote, a detta di molti, sono uno dei mezzi più sicuri in questo momento storico: si viaggia in solitaria (è vietato andare in due), si evitano contatti diretti e, visto che le strade sono poco trafficate, il tragitto diventa ancora più scorrevole. Tutto vero, ma non per tutti: ricordiamo che possono godere del viaggio, seppur minimo, in moto o scooter solo coloro che hanno necessità di uscire per andare al lavoro o per motivi di salute, per fare la spesa o recarsi in farmacia. Seppur difficile, salire in sella e fare un giro al momento non è concesso e non sappiamo quando tornerà possibile: il commento “ma in moto sono solo, non mi avvicino a nessuno. Perché non posso guidare per un po’?” rischia di trasformare un divieto in un incentivo. Ci sono sicuramente tanti motociclisti responsabili che manterrebbero le distanze di sicurezza, non andrebbero a trovare nessuno e non si fermerebbero in giro. Ma oltre ai responsabili, ci sono anche molte (troppe) persone che mettono a repentaglio la sicurezza propria e altrui pur di evadere dalla routine che stiamo vivendo. Quanti casi abbiamo sentito in queste settimane? Chi si è tuffato in mare per evitare la multa, chi ha approfittato delle strade deserte per organizzare corse clandestine, chi è uscito per andare da amici e parenti.

Non cedere alle tentazioni

Siamo davvero sicuri che una volta riaperto tutto, con il virus ancora in giro, gli irresponsabili non si moltiplichino? Le regioni che spingono per un riavvio totale il 4 maggio sono Lombardia, Piemonte, Veneto e Sicilia, con l’ok della scienza. Non sappiamo se la risposta sarà positiva, ma invitiamo tutti coloro che non vedono l’ora di poter tornare in sella alla propria moto ad affinare l’arte della pazienza, ancora per un po’, soprattutto in quelle regioni che hanno registrato il più alto numero di contagi: Lombardia, Piemonte, Veneto (appunto). Usare la due ruote per chi è costretto a uscire per i motivi già citati è utile, è un mezzo sicuro e in grado di regalare anche una piccola sensazione di libertà, minima ma per adesso sufficiente. Ma non deve essere una tentazione, a quelle cederemo più e più volte quando tutto sarà finito.

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