Mobilità urbana: i dati ANCMA confermano lo sharing, ma c'è timore per la sicurezza in moto

Il 59% dei Comuni presi in esame dall'Osservatorio non reputa la sicurezza una proprità, a cui si aggiunge un 12% che la indica addirittura come priorità bassa
Mobilità urbana: i dati ANCMA confermano lo sharing, ma c'è timore per la sicurezza in moto

Dopo aver divulgato i dati sul mercato due ruote, ecco che ANCMA rende noto un nuovo rapporto. Si tratta del Focus2R - quinto report prodotto in collaborazione con Legambiente e Ambiente Italia -, in grado di fornire ogni anno la più completa e aggiornata panoramica delle politiche messe in campo dai Comuni capoluogo di provincia italiani e dedicate a ciclisti urbani e motociclisti.

"C'è ANCORA MOLTO DA FARE"

I risultati emersi dopo l’indagine, frutto di un questionario somministrato a 104 Municipi, hanno prodotto una lunga lista di informazioni su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati e tanti altri aspetti legati alla mobilità su due ruote nei centri urbani.

Per quel che riguarda il lato moto, una nota positiva viene fatta registrare dall’andamento delle opportunità di sharing (soprattutto a trazione elettrica), che si consolidano in città importanti come Genova, Milano, Rimini, Roma e Torino. Tuttavia, preoccupano i dati sulla sicurezza stradale. Infatti, a fronte di una lieve diminuzione del numero di decessi di motociclisti e scooteristi sulle strade italiane, la percezione dei Comuni sul tema non risulta poi così di prim’ordine.

Stando all’Osservatorio, infatti, la sicurezza non è considerata una priorità dal 59% dei Comuni, a cui si aggiunge un 12% che la indica addirittura come priorità bassa. Al contrario, però, fanno ben sperare i Comuni che dichiarano di avere installato i guard-rail dotati di protezioni a tutela dell’incolumità dei motociclisti, che passano dal 17% nel 2015 al 32% nel 2019.

Il Focus2R – ha commentato il presidente di ANCMA, Paolo Magri - ci permette di accendere ogni anno un riflettore sulle buone pratiche e soprattutto sulle zone d’ombra che interessano la pianificazione della mobilità urbana. In relazione anche al numero crescente di veicoli a due ruote circolanti, appare evidente che ci sia ancora molto da fare, in particolare per la sicurezza degli utenti.”

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