L’edizione 2014 si articola sulle tre versioni Stone, Special e Racer, tutte rinnovate ed aggiornate nella grafica e nelle dotazioni. La Stone, la più accessibile a 8.470 euro, beneficia di una grafica tanto semplice quanto affascinante, con tutta la meccanica, le ruote, i parafanghi e gli specchietti retrovisori in nero. Solo gli scarichi restano cromati, mentre un “tocco di luce” è costituito dai profili lucidati dell’ampia alettatura di teste e cilindri. Un colpo d’occhio da togliere il fiato, soprattutto in combinazione con le colorazioni nero opaco, per una livrea nero-integrale molto “seria”, una verde agata e una classica “verde Racing” Moto Guzzi opaco, forse la migliore combinazione di tutte. V7 Special riprende direttamente lo schema dei colori della leggendaria V750 Sport, con fascia di colore contrastante su serbatoio e fianchetti. Le combinazioni sono argento con fascia nera oppure nero con fascia rossa, a suo tempo inalberata dalla V750 Sport S3.
Per V7 Racer rimane il serbatoio solo in acciaio cromato con cinghione di sicurezza, sella in Alcantara color cuoio, targhe portanumero alla sommità del faro e ai lati del codino, ma soprattutto telaio rosso, un altro omaggio al passato. In più, in rosso sono anche i mozzi e la scritta Moto Guzzi sul bordo dei cerchioni delle ruote a raggi. La meccanica è stata evoluta in modo molto efficace per ottenere una potenza adeguata, consumi minimalisti e una affidabilità a prova di bazooka. Della V7 Stone, che è l’unica con ruote in lega, abbiamo apprezzato in primo luogo la grande fluidità di erogazione di una potenza generosa, mai aggressiva, ma più che adeguata ad una guida sportiva lungo le strade tutte curve e controcurve che seguono il perimetro del Lario. Al contempo si è rivelata accessibile anche da parte dell’utenza femminile, in virtù sia della contenuta altezza della sella, solo 805mm, sia del peso di 180kg in ordine di marcia. Questo è fattore fondamentale per estrarre il meglio dal generoso bicilindrico, soprattutto in accelerazione e ripresa, ma anche per una guida agile e sicura, che poi è il vero senso di godere la moto. Oggetto di affinamento sono state le sospensioni (V7 Racer vanta Bitubo sul posteriore) e l’impianto frenante Brembo, con disco singolo anteriore e posteriore, molto potente e modulabile.
Per V7 Racer rimane il serbatoio solo in acciaio cromato con cinghione di sicurezza, sella in Alcantara color cuoio, targhe portanumero alla sommità del faro e ai lati del codino, ma soprattutto telaio rosso, un altro omaggio al passato. In più, in rosso sono anche i mozzi e la scritta Moto Guzzi sul bordo dei cerchioni delle ruote a raggi. La meccanica è stata evoluta in modo molto efficace per ottenere una potenza adeguata, consumi minimalisti e una affidabilità a prova di bazooka. Della V7 Stone, che è l’unica con ruote in lega, abbiamo apprezzato in primo luogo la grande fluidità di erogazione di una potenza generosa, mai aggressiva, ma più che adeguata ad una guida sportiva lungo le strade tutte curve e controcurve che seguono il perimetro del Lario. Al contempo si è rivelata accessibile anche da parte dell’utenza femminile, in virtù sia della contenuta altezza della sella, solo 805mm, sia del peso di 180kg in ordine di marcia. Questo è fattore fondamentale per estrarre il meglio dal generoso bicilindrico, soprattutto in accelerazione e ripresa, ma anche per una guida agile e sicura, che poi è il vero senso di godere la moto. Oggetto di affinamento sono state le sospensioni (V7 Racer vanta Bitubo sul posteriore) e l’impianto frenante Brembo, con disco singolo anteriore e posteriore, molto potente e modulabile.
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