Honda VFR800F: il test su strada

Alla Honda è bastato poco per decidere di rinnovare ancora una volta uno dei modelli storici della sua gamma, il VFR800F. In realtà è bastato un numero a cinque cifre: 75.000. Come gli esemplari di “vecchie” VFR ancora circolanti nella sola Europa, che rendono bene l’idea della passione che ruota attorno ad un modello nato quasi 30 anni fa. Il segreto del suo successo è, da sempre, il suo essere “ibrida” nell’animo: una sportiva che strizza l’occhio al turismo. O viceversa. A loro, i “VFRristi” incalliti, quelli che ne sanno più di tutti per aver percorso centinaia di migliaia di chilometri in sella alla sport tourer per antonomasia, i progettisti Honda hanno chiesto di elencare quali particolari sognassero sul nuovo modello. 

ASCOLTA ME – Le maniglie per il passeggero integrate sul piccolo codino (completo di gruppo ottico e attacchi per le valigie laterali) e le ruote da 17” in alluminio a 10 razze che ricordano quelle della “gloriosa” RC30, sono solo i primi consigli dei clienti fedeli che Honda ha preso in considerazione in fase di realizzazione. Altri sono i fari total LED, il controllo di trazione di serie (disinseribile dal manubrio), le manopole riscaldabili su 5 posizioni, le frecce a disattivazione automatica ma anche l’ABS a due canali. Il resto sono particolari che hanno contribuito a determinare il successo della VFR: la sella ampia e comoda, il forcellone monobraccio, i pezzi in titanio (tra gli altri, ruote e semimanubri) e la caratteristica estetica monocolore rossa, nera o bianca. A questi, sono stati aggiunti le luci di posizione integrate negli specchietti, il cavalletto centrale di serie e una strumentazione con contagiri analogico centrale e due display laterali pronti ad indicare, tra gli altri, marcia inserita, temperatura esterna e consumi in tempo reale. 

 

PORTAMI VIA – I 7 kg in meno (ora 242) rispetto alla vecchia versione sono una piacevole scoperta. Partiti in direzione del Lago di Albano, sui Castelli Romani, si apprezza la posizione di guida sportivo-turistica che non stanca braccia e spalle ma che, leggermente caricata sull’avantreno, è pronta a seguirti anche tra le curve più “smaliziate”. La moto ruota intorno al motore V4, sinonimo di vittorie Honda in Superbike e MotoGp. Un’unità da 106 cv che è stata migliorata ai bassi e medi regimi ma che regala il meglio dopo i 6.000 giri, quando il numero delle valvole utilizzate per cilindro passa da 2 a 4 e la VFR inizia ad urlare come una vera sportiva. L’aspetto che più impressiona è la sensazione di estrema stabilità (confermata nella salita verso il Lago, passando sopra ai tanti dossi creati dalle radici dei pini) affiancata ad un’agilità degna di una naked. Questo è possibile anche grazie al telaio in alluminio dotato di un nuovo telaietto reggisella, ad una forcella a cartuccia regolabile e a un forcellone monobraccio irrigidito da un’utile capriata di rinforzo. In frenata, la VRF è reattiva quasi come una Superbike: il doppio disco da 310 sull’anteriore, completo di pinze ad attacco radiale è supportato da un ABS di serie a due canali completamente rinnovato. Dietro, il grip è assicurato da uno pneumatico sportivo di misura 180/55. Consumi? Quasi 20 km con un litro. Con il pieno si percorrono oltre 350 km. 

 

MODELLO DI SUCCESSO TRA TURISMO E SPORT - Alla metà degli anni Ottanta, in Honda si misero a pensare a come poter sostituire la “vecchia” VF 750 F. L’idea era di realizzare un modello sfruttabile dal punto di vista turistico ma che avesse come base un’anima da sportiva. Ci riuscirono talmente bene che, poco dopo, la versione da pista di questa nuova moto (la RC30) si rivelò “un’arma totale” con cui Honda vinse, nel 1988 e 1989 i primi due titoli della storia del mondiale Superbike con l’americano Fred Merkel. Il modello in questione nacque nel 1986, venne chiamato VFR 750 F ed è stata una delle Honda di maggior successo degli ultimi 30 anni. Probabilmente è stata anche la prima vera sport tourer ad approdare sul mercato: comodità e affidabilità (tanto care ai modelli da viaggio) “mischiate” a prestazioni da moto da pista e ad un’estetica al passo con i tempi. Il motore a quattro cilindri a V da 105 cv era dotato di 4 valvole per cilindro e distribuzione bialbero ed era fissato su un telaio in alluminio derivato dalle corse. In quasi 30 anni di vita, numerose sono state le versioni della VFR rinnovate dalla Honda (l’ultima, appunto, nel 2014) ma quella più significativa dal punto di vista delle vendite e del successo di critica fu l’edizione del 1990, equipaggiata con molti aggiornamenti tecnici e, soprattutto, con la sospensione posteriore monobraccio, che da un lato lasciava libera la visuale completa della ruota.

SCARICO RACING IN TITANIO. CHE SOUND! - Lunga la lista degli accessori originali dedicati alla VFR. Tra i tanti, tre prodotti che aumentano la capacità di carico della Sport Touring giapponese, particolarmente utili quando si organizza un viaggio on the road: stiamo parlando di due bauletti in tinta da 31 e 45 litri e del set di valigie laterali da 31 litri. Ma ci sono anche i distanziali che consentono di alzare di 15 mm i semimanubri (per una guida ancora più comoda), il pedale “shift assist system” per cambiare senza dover utilizzare la frizione e anche lo sportivo scarico in titanio by Akrapovic.

 

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