Aprilia RSV4 RF: emozioni da Superbike

Aprilia RSV4 RF: emozioni da Superbike (foto)

Il Curvone è uno di quei punti di Misano in cui si possono rivelare molte cose. La bontà telaistica di una moto. La velocità con cui scende in piega, la stabilità e la reattività con il gas in mano. E’ un banco di prova, ma non solo per  la moto. Lo è anche per il pilota. Può incuterti terrore come esaltarti. Ed in sella alla nuova Aprilia RSV-4 RF, ci ha letteralmente estasiato. Già, perché la nuova arma di Noale si evolve per mantenere il proprio alloro di regina tra le regine della velocità. Corta, diretta, veloce, fulminea, comunicativa fin dai primi momenti. Perché tra moto e pilota si deve instaurare un legame per andar forte. E con lei, lo si stabilisce subito. Pilota, amatore, tester poco importa. La Superbike di Noale è li a soddisfare, assecondare, esaltare quella voglia di velocità che ognuno, una volta infilato il casco, ha dentro di se. 

COM’E’ – La osserviamo da dentro i box dove i meccanici stanno togliendo le termocoperte. Piccola, compatta, con un motore la cui V di 65 gradi dell’ingegner Lombardi rappresenta un miracolo della tecnica. Ora si è evoluto, con una riprogettazione di numerosi elementi interni ed esterni. Nuovo l’Air-box, nuovi gli iniettori superiori, ecco i cornetti di aspirazione a geometria variabile. Potremmo dire che sono state anche ridisegnate le testate, così come nuovi sono gli assi a camme. E’ stato abbassato il motore per migliorare il baricentro, così come è stato allungato il forcellone per una miglior trazione. Il risultato? 201 cavalli di potenza massima a 13.000 giri, 12 Kgm, o meglio, 115 Nm di coppia  a 10.500 giri. Ma la potenza è a senza controllo recitava un vecchio adagio. Allora, il fiore all’occhiello è sicuramente dato dalla gestione elettronica. E, di questi tempi, non poteva passare che da un’app di un telefonino. Già, perché ogni esemplare ha stretto sopra la piastra di sterzo un cellulare. Collegato, tramite bluetooth alla moto, l’applicazione si chiama V4-Multimedia Platform. Cosa fa? Mappa il circuito e regola curva per curva il controllo di trazione e l’anti-impennamento della moto. Così, mentre il nostro meccanico ci sta scaldando il motore, parliamo con un ingegnere di Noale che ci spiega il funzionamento dell’applicazione che ci indica anche tempo sul giro e altre informazioni come l’angolo di piega. Roba da MotoGP. Possiamo regolare simultaneamente, a nostro piacimento, tramite pulsanti sul manubrio il livello del TC (Traction Control). Con Aprilia ci si sente veramente piloti ufficiali Superbike.

 

COME VA – Prima dentro: Misano ha sempre un sapore particolare. Non ha saliscendi, è piatto, ma ha dei punti tecnici e di raccordo molto impegnativi.  Abbiamo una mappatura leggermente conservativa per il primo turno ma capiamo subito cosa stiamo guidando: una Superbike con targa e fanali. L’anteriore è ben saldo, molto preciso, mentre il posteriore sembra leggermente sfrenato, ma senza innescare movimenti scomposti.  Il primo turno serve per ambientarsi. Il controllo di trazione va regolato. Perché se si vuol andare forte, la moto bisogna farla esprimere al meglio. Regolazione a 3 (su un totale di 8 livelli) su praticamente tutte le curve, tranne alla doppia del Rio, alla Quercia e al Carro. Posteriore più libero di muoversi e quindi chiudere le curve senza che tagli l’elettronica. Si po’ iniziare a fare sul serio: l’RSV-4 è rigida. Destra,sinistra, ancora destra dopo il traguardo dove inseriamo la terza, e via a tutto gas per la doppia del Rio. Togliamo due marce per spalancare subito e chiudere stretta la seconda e impostare la sinistra che porta sul rettilineo opposto. Snoccioliamo tutte le marce con il quickshift preciso, eccellente negli innesti senza che ci sia bisogno di utilizzare la frizione. Peccato solo che non ci sia anche il downshift (la cambiata elettronica in scalata).  Il motore ha un'erogazione piena, vigorosa, fluida, senza strappi. Forse un leggero sussulto intorno ai 12.000 giri. Davvero ha 201 cavalli questa moto? Quasi non ce ne rendiamo conto, se non fosse per la velocità con cui si arriva alla staccata della Quercia. Non vi è filtro tra pilota ela moto, tra cervello ed polso destro. Quello che pensiamo e vogliamo fare, l’Aprilia lo realizza immediatamente. Il telaio è allo stato dell’arte. Fermissimo, ma non secco, troppo rigido. La triangolazione in sella è talmente azzeccata da lavorare liberamente con il corpo per chiudere al meglio le traiettorie. Muoversi perfettamente anche in piega, con il gomito ed il ginocchio che carezzano l’asfalto di Misano. Spalanchiamo fino in fondo, con il V4 che da il suo meglio dagli 8000 giri in su. Dentro la terza, per poi affrontare il Tramonto in seconda. La Forcella – tradizionale – lavora benissimo in compressione, affondando il giusto, e trasmettendo perfettamente le sensazioni della gomma – le Pirelli SC2 – e della moto. Ecco, questo ci piace della RSV-4. Comunica in maniera chiara. Nella costante ricerca di quel limite che con Aprilia è facile raggiungere in sicurezza. 

Arriviamo al Curvone di Misano. Seconda, terza, quarta, quinta. Moduliamo leggermente il gas e buttiamo giù. Senza paura. Lei te lo permette. La forcella si accuccia sull’anteriore, in accelerazione c’è l’accenno di un leggero pompaggio al posteriore, un segnale inequivocabile il limite, dopo un turno, è vicino. Poco male, perché quello che ci sta offrendo Aprilia è quanto di più simile abbiamo provato ad una moto da corsa. Una moto esaltante, da cucirsi addosso come un abito d’alta sartoria, che una volta indossato ti trasforma. Da tester a pilota. 

 

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