Ducati Streetfighter V4S, com'è andata la prova

La Casa di Borgo Panigale è riuscita a realizzare l’ennesimo capolavoro di design. Completa per prestazioni ed elettronica, la maxi naked è anche facile da guidare
Ducati Streetfighter V4S, com'è andata la prova

La scheda tecnica della Ducati Streetfighter V4S ha lasciato in molti perplessi. Effettivamente immaginare che una moto da 208 CV per meno di 200 kg (con il pieno) e alette aerodinamiche MotoGP style potesse essere la stessa compagna del giro domenicale era un'impresa piuttosto ardua. E invece bisogna sempre provare per credere, come ci spiega il tester Alessandro Codognesi che l'ha studiata, provata e ha parlato con i progettisti. Il risultato? Soddisfacente e qui sotto ci sono tutti i dettagli, voti compresi.

Il look

Possiamo discutere di quello che volete, anche del sesso degli angeli, ma è difficile accettare critiche al design della Ducati Streetfighter V4S. Sexy da morire, con quell’aria diabolica ma dannatamente seducente, in Ducati sono riusciti a realizzare l’ennesimo capolavoro. Bravi. Il designer francese (Jeremy Faraud: qui l’intervista prima della prova), ha raccontato di essersi ispirato al Joker della DC Comics per disegnare tutta la moto, in particolar modo il faro. La sua intenzione era esprimere l’essenza della Ducati Streetfighter V4S, tranquilla e diabolica allo stesso tempo. Il risultato parla da solo. VOTO 9,5

Prestazioni ed elettronica

Difficile chiedere di più. La Ducati Streetfighter V4S deriva dalla sorella carenata Panigale: motore 4 cilindri a V di 1.103 cc, qui capace di 208 CV a 12.750 giri. I 6 CV in meno rispetto alla Panigale sono dovuti in parte ai cornetti di aspirazione, qui a geometria fissa, in parte alle diverse mappature. Il V4 è tenuto a bada da un pacchetto elettronico più completo che mai, che si basa sui dati della piattaforma inerziale a 6 assi e che comprende ABS Cornering, Traction Control, Slide Control, anti-impennata, Power Launch, quickshifter bidirezionale ed Engine Brake Control. Per quanto riguarda la ciclistica, la struttura principale rimane il telaio “Front Frame”, mentre il telaietto posteriore ora è un traliccio in tubi di acciaio. A livello di sospensioni, proprio come sulla Panigale troviamo una forcella Showa e un mono Sachs regolabili, ma qui sono più morbide. Questo gioiello d’ingegneria pesa 201 kg con il pieno, 2 kg in meno se in versione S che tra le altre cose prevede sospensioni semi-attive Ohlins e cerchi forgiati. VOTO 9

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Buona libertà di movimento

La posizione di guida è stata studiata a lungo, per essere il giusto compromesso tra comfort e sportività. La sella è confortevole poiché molto ben imbottita. Il busto è caricato ma non troppo, le gambe sono racchiuse correttamente e c’è una buona libertà di movimento. Protezione aerodinamica? Prossima allo zero, ma tutto sommato non male per essere una naked. VOTO 8,3

Facile da guidare

Qualcuno potrebbe pensare a una moto burrascosa, impegnativa da guidare. Sarebbe del tutto lecito, considerati i numeri in ballo. E invece…e invece in Ducati hanno cambiato rotta. La Streetfighter V4S è innanzitutto una moto facile, prima ancora che sportiva. Si guida in città con un filo di gas, si affrontano le rotonde e le insidie urbane senza patemi. Il motore non scalcia (ma ruggisce, quello sì!), la ciclistica accompagna e digerisce le brutture dell’asfalto, l’elettronica ammorbidisce tutta l’esperienza di guida. Un leone addomesticato. Fermi tutti: la Streetfighter V4S però non è una moto asettica. Datele in pasto un paio di curve come si deve e il vostro ego sarà appagato come dopo una sessione di sesso estremo. E scusate se è poco. Il motore ha una potenza surreale ma si gestisce chirurgicamente, non si è mai sopraffati. L’assetto è neutro, il pilota trova sempre ciò che si aspetta. E la frenata potrebbe rallentare la rotazione terrestre. Un mostro di prestazioni, che però grazie all’elettronica e a un raffinato studio della ciclistica è sempre sotto il controllo del pilota. VOTO 8,9

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RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO 

I contenuti tecnologici ci sono tutti, non c’è dubbio; ciò non cambia il fatto che 20 mila euro per la “versione base" (19.990, 3.000 in più la S) sono davvero tanti. Se poi si aggiungono accessori come lo scarico Akrapovic, il conto può salire ancora molto. Ducati l’Apple delle moto? Sì, più o meno sì. VOTO 6,5

Per concludere

Con questa moto, Ducati conquista il ruolo di protagonista nel segmento delle maxi naked grazie all’equilibrio tra prestazioni e facilità di guida. È la migliore? Difficile dirlo: rimandiamo il giudizio a una comparativa diretta. Virus permettendo. Nel frattempo, brava Ducati. VOTO 8,4

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La scheda tecnica della Ducati Streetfighter V4S ha lasciato in molti perplessi. Effettivamente immaginare che una moto da 208 CV per meno di 200 kg (con il pieno) e alette aerodinamiche MotoGP style potesse essere la stessa compagna del giro domenicale era un'impresa piuttosto ardua. E invece bisogna sempre provare per credere, come ci spiega il tester Alessandro Codognesi che l'ha studiata, provata e ha parlato con i progettisti. Il risultato? Soddisfacente e qui sotto ci sono tutti i dettagli, voti compresi.

Il look

Possiamo discutere di quello che volete, anche del sesso degli angeli, ma è difficile accettare critiche al design della Ducati Streetfighter V4S. Sexy da morire, con quell’aria diabolica ma dannatamente seducente, in Ducati sono riusciti a realizzare l’ennesimo capolavoro. Bravi. Il designer francese (Jeremy Faraud: qui l’intervista prima della prova), ha raccontato di essersi ispirato al Joker della DC Comics per disegnare tutta la moto, in particolar modo il faro. La sua intenzione era esprimere l’essenza della Ducati Streetfighter V4S, tranquilla e diabolica allo stesso tempo. Il risultato parla da solo. VOTO 9,5

Prestazioni ed elettronica

Difficile chiedere di più. La Ducati Streetfighter V4S deriva dalla sorella carenata Panigale: motore 4 cilindri a V di 1.103 cc, qui capace di 208 CV a 12.750 giri. I 6 CV in meno rispetto alla Panigale sono dovuti in parte ai cornetti di aspirazione, qui a geometria fissa, in parte alle diverse mappature. Il V4 è tenuto a bada da un pacchetto elettronico più completo che mai, che si basa sui dati della piattaforma inerziale a 6 assi e che comprende ABS Cornering, Traction Control, Slide Control, anti-impennata, Power Launch, quickshifter bidirezionale ed Engine Brake Control. Per quanto riguarda la ciclistica, la struttura principale rimane il telaio “Front Frame”, mentre il telaietto posteriore ora è un traliccio in tubi di acciaio. A livello di sospensioni, proprio come sulla Panigale troviamo una forcella Showa e un mono Sachs regolabili, ma qui sono più morbide. Questo gioiello d’ingegneria pesa 201 kg con il pieno, 2 kg in meno se in versione S che tra le altre cose prevede sospensioni semi-attive Ohlins e cerchi forgiati. VOTO 9

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