Bolt, il fulmine sulla Formula E: "Qualcosa più veloce di me, sono impazzito"

A Città del Messico il campione giamaicano ha testato il bolide di Genbeta: "Appena entrato nell’abitacolo mi sentivo claustrofobico"
Bolt, il fulmine sulla Formula E: "Qualcosa più veloce di me, sono impazzito"

Dalla pista d'atletica al circuito di Città del Messico. L'ex velocista giamaicano Usain Bolt, primatista mondiale dei 100 metri piani, dei 200 metri e della staffetta 4×100, prima dell’inizio del campionato di Formula E, ha testao il bolide di Genbeta. Un vero e proprio missile dotato di una potenza di 400kW che riesce a percorrere 100 metri di distanza in 4,36 secondi. Jake Dennis, pilota britannico dell’Andretti e campione in carica nella categoria, lo ha anche omaggiato di un suo casco.

Bolt e il senso di claustrofobia

Visibilmente elettrizzato dall'esaltante esperienza, Bolt ha raccontato le sue prime impressioni: "Prima di salire a bordo della vettura ero emozionato, perché si trattava di una cosa completamente nuova per me. Una volta nell’abitacolo ero poi preoccupato, perché lo spazio era stretto per le mie dimensioni e avvertivo come un senso di claustrofobia. Non è stato facile rallentare la tensione, ma i meccanici mi hanno detto: 'Una volta che parti vedrai che tutto passerà', e così è stato. Inizialmente è stato uno shock, perché questa Formula E è un razzo su due ruote. Dopo aver fatto pochi metri non volevo più scendere e nemmeno avvertivo più la tensione. Ho soltanto cercato di guidare senza fare errori, affidandomi alla macchina”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bolt sul paragone tra atletica e automobilismo

A proposito del fil rouge che lega il suo sport alla Formula E, caratterizzato dalla velocità, rivela: "Magari mi sbaglio, ma penso sia più emozionante guidare un auto da corsa rispetto a quando corri. Se penso alla finale dei 100 metri ci sono io e le mie gambe a farmi da sostegno, ma queste possono tradirti, mandando in fumo tutto il tuo lavoro. A questo punto diventa fondamentale assicurarsi di non commettere errori. Con un auto invece è diverso, perché ti affidi al mezzo e guidi, cosa che tra l’altro facciamo ogni giorno. Dobbiamo solo guidare e forse questa cosa diventa più facile per me. Dopo pochi metri alla guida di una monoposto la vettura risponde ai tuoi comandi, perché è programmata per farlo e puoi arrivare ad alte prestazioni. Le tue gambe le alleni, ma non sono programmate. Nell’atletica tu hai un tempo ristretto con cui confrontarti, ma gli istanti prima sono interminabili per certi versi. Devi allentare i pensieri, focalizzarti su te stesso e sulla sfida che ti attende. La componente mentale fa la differenza e io ammiro tantissimo tutti questi piloti che sfidano la velocità al volante delle loro vetture". 

Bolt pazzo per la Formula E: "Colpito dall'accelerazione della macchina"

“È la prima volta che dico che qualcosa è più veloce di me e tutto ciò mi fa impazzire - continua -. Ma c’è una cosa che in particolare mi ha colpito, è l’accelerazione della macchina. Non ho mai provato in vita mia una sensazione del genere, è un qualcosa di strano, unico, ma tutto ciò rafforza la considerazione che ho nei piloti e non solo. Molto spesso, guardando gli sport da casa, diventa facile dire quando uno sbaglia: 'Ah, l’avrei potuto fare pure io'. La gente però non sa quali sacrifici ci sono dietro ogni singolo gesto, tutto appare banale e superfluo, ma non lo è, perché dietro ad ogni attimo e ogni momento c’è sempre uno sforzo. Basti vedere tutte le dinamiche che accadono in una macchina, dalla staccata, l’accelerazione, come impostare una curva, dove andare alla ricerca della corda. Tutto ciò aumenta ancora di più il rispetto verso i piloti".

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Dalla pista d'atletica al circuito di Città del Messico. L'ex velocista giamaicano Usain Bolt, primatista mondiale dei 100 metri piani, dei 200 metri e della staffetta 4×100, prima dell’inizio del campionato di Formula E, ha testao il bolide di Genbeta. Un vero e proprio missile dotato di una potenza di 400kW che riesce a percorrere 100 metri di distanza in 4,36 secondi. Jake Dennis, pilota britannico dell’Andretti e campione in carica nella categoria, lo ha anche omaggiato di un suo casco.

Bolt e il senso di claustrofobia

Visibilmente elettrizzato dall'esaltante esperienza, Bolt ha raccontato le sue prime impressioni: "Prima di salire a bordo della vettura ero emozionato, perché si trattava di una cosa completamente nuova per me. Una volta nell’abitacolo ero poi preoccupato, perché lo spazio era stretto per le mie dimensioni e avvertivo come un senso di claustrofobia. Non è stato facile rallentare la tensione, ma i meccanici mi hanno detto: 'Una volta che parti vedrai che tutto passerà', e così è stato. Inizialmente è stato uno shock, perché questa Formula E è un razzo su due ruote. Dopo aver fatto pochi metri non volevo più scendere e nemmeno avvertivo più la tensione. Ho soltanto cercato di guidare senza fare errori, affidandomi alla macchina”.

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