24 Ore Le Mans: Toyota costretta a inseguire

Le due TS040 Hybrid, campioni in carica del Mondiale Endurance, sembrano meno performanti di un anno fa. Ma le sorprese alla 24 Ore di Le Mans non mancano mai
24 Ore Le Mans: Toyota costretta a inseguire

L’ibrido è il suo mondo. Con l’ibrido ha rivoluzionato una parte consistente della mobilità e dell’automotive mondiali, grazie ad un’intera gamma di modelli capaci di imporsi su tutti i mercati. E con l’ibrido continua a sognare anche di sbancare il casinò Le Mans, in attesa di stupire ancora tutti grazie al nuovo sogno ad idrogeno nato con Mirai.

A 30 ANNI DALLA PRIMA - Forte della sua tecnologia, Toyota ci riprova anche nel trentennale della sua prima partecipazione alla corsa più lunga , quella che dura un giorno intero. Il primo costruttore al mondo torna sulla lunghissima pista de Le Sarthe con i galloni iridati dopo il trionfo nel Mondiale Endurance (WEC) dell’anno scorso, il primo per una Casa giapponese, a 15 anni dall’affermazione delle Tre Elissi nel Mondiale rally del 1999.

TABU’ DA SFATARE - La 24 Ore di Le Mans è il fiore all’occhiello che manca a Toyota, dopo la delusione dell’anno scorso - fu prima per 14 ore prima di problemi e inconvenienti tecnici, per poi piazzarsi terza - solo parzialmente compensata dal trionfo iridato, dalle 5 vittorie su 8 gare condite anche da 4 pole. Chiuse con un podio, l’armata nipponica, l’ennesimo in sedici partecipazioni che per ben quattro volte l’ha vista piazzarsi alle spalle dei vincitori (1992, 1994, 1999 e 2013). E a dire la verità, a meno di miracoli che a Le Mans si ripetono frequenti come a Lourdes, non sembra proprio il 2015 l’anno giusto per garantire a Toyota margini di speranza per colmare la sua mancanza. 

QUALCHE PROBLEMA - Nelle prime due gare della stagione, i giapponesi hanno piazzato una macchina sul gradino più basso del podio a Silverstone, mentre a Spa sono finiti ben lontani dai primi tre. E anche nelle ultime qualifiche, la prima Toyota non è riuscita a fare meglio del settimo tempo. A Colonia sede di Toyota Motorsport e a Higashifuji, sede del centro di ricerca e sviluppo da dove vengono i gioielli più avanzati, da Prius alla stessa Mirai, stanno impazzendo per cercare di capire cosa non funziona. Sta di fatto che la macchina non va come dovrebbe in accelerazione e i tempi più bassi dell’anno scorso lo dimostrano.

IBRIDO - E allora cerchiamo di capire lo schema ibrido utilizzato dalla Toyota TS040 Hybrid. Secondo i tecnici, l’80% dei componenti è stato riprogettatO rispetto alla scorsa stagione e la stessa aerodinamica, nonostante la livrea identica, ha subito profondi cambiamenti. A Nagoya lo chiamano TSH-R, è il sistema ibrido composta da  a) motore V8 aspirato a benzina  di 3,7 litri da 520 cv, abbinato ad un cambio
trasversale a 7 rapporti b) 2 motori elettrici - uno sulle ruote anteriori, l’altro nella scatola del cambio - per ottenere altri 500 cv, che uniti al termico sviluppano oltre 1000 cv in accelerazione . I due sistemi di recupero energia sono collegati con un condensatore che accumula, immagazzina energia per liberarla con grandissima velocità, il serbatoio è di 68,5 litri.

SQUADRA A DUE - Il team Toyota è sempre guidato da Yoshiaki Kinoshita (team president) affiancato da qualche mese da Toshio Sato, mentre il francesce Pascal Vassellon è il direttore tecnico. Due macchine al via, a differenza dei rivali più importanti che ne schierano tutti tre.  La Toyota TS040 n.1 sarà guidata dall’austriaco Alexander Wurz (2 vittorie a Le Mans), dal veterano francese Sarrazin (13 Le Mans corse) e Mike Conway. La n.2 invece vedrà al volante Antonhy Davidson, Sebastien Buemi e Kazuki Nakajima. La novità di quest’anno è la “targa”, visto che le Toyota scenderanno in pista come Gazoo Racing, brand sportivo di Nagoya ma usato finora solo in Giappone e al Nurburgring. Difficile possa essere questo dettaglio a spostare gli equilibri in corsa, ma siamo a Le Mans e tutto può succedere.

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