Formula E, la frontiera elettrica del motorsport

Viaggio tra i paddock del primo campionato per monoposto elettriche al loro debutto a Parigi. Vince Di Grassi ormai involato verso il titolo.
Formula E, la frontiera elettrica del motorsport

PARIGI - I telemetristi hanno un insolito ostacolo da superare all'interno del box DS Virgin Racing. A dividere le loro postazioni c'è un palo. Non si tratta di un supporto al tendone, a ben guardare è un lampione, con tanto di semaforo attaccato, a bucare il tetto da cui occhieggia il cielo plumbeo di Parigi. Qui mica siamo a Magny-Cours e la pit-lane del circuito termina sotto i cannoni dell'Armée di Napoleone, a guardia della cupola d'oro degli Invalides. La Formula E, alla sua prima apparizione sotto la Torre Eiffel, è uno show assolutamente sui generis e non solo per i lampioni. Il Circus elettrico messo in piedi dalla FIA nel 2014 e giunto alla seconda stagione corre solo in circuiti cittadini e vedere le monoposto sfrecciare sibilando sotto la tomba dell'Imperatore fa un certo effetto. Tra le avenue regna un silenzio irreale, così come nei paddock.

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FRONTIERA ELETTRICA - Questo è il futuro assicurano tutti i protagonisti, a partire da Yves Bonnefont, numero uno del marchio DS: “E' il futuro, è un giusto bilanciamento tra sport e tecnologia in sintonia con i tempi. La Formula E consente di correre nei centri storici, dove la gente comune, i potenziali clienti, posso vederci correre facilmente”. Inutile dire che per DS l'e-Prix di Parigi sia di importanza… capitale. Al pari di Renault, in pista con Sebastien Buemi e Nicolas Prost (figlio di Alain fisso ai box), che lo scorso anno forniva tra l'altro le monoposto a tutti i team. Ma non ci sono solo le francesi: la Formula E è terra di frontiera anche per Audi e Mahindra e domani (o dopodomani) arriveranno anche Jaguar e “Una casa tedesca e una giapponese, ma non posso dirti quali”, conclude sornione Bonnefont. Impossibile stabilirlo con certezza, ma avendo un euro da scommettere si potrebbe puntare su BMW, già presente con le safety car e impegnata nel programma i-Performance, e Nissan, leader mondiale del segmento elettrico con la Leaf, reduce da una non proprio esaltante esperienza nel WEC.

GARE SOCIAL - Passeggiando nel paddock non si respira la solita aria da motorsport: tra una sessione di libere e l'altra assistiamo a una “erace”. Dicesi gara virtuale tra nove dei piloti in griglia e un fortunato estratto tra il pubblico che si sfidano al simulatore, il tutto in diretta streaming su youtube e sui maxischermi bordopista, per la gioia dei fan più giovani. L'ultimo nato tra i campionati FIA nasce ovviamente social: qui il pubblico (anche non pagante) vota su Facebook, Twitter etc. il proprio pilota preferito, garantendogli un extra di potenza da spendere in gara, il fan-boost. 

QUESTO E' IL FUTURO - C'è chi è poco convinto, come l'alfiere DS Jean-Eric Vergne (anche noto per il suo ruolo di collaudatore nella Scuderia Ferrari) chi invece apprezza, come il compagno di team Sam Bird“E' il futuro (stesso incipit di Bonnefont Ndr), stiamo garantendo un grande show alle nuove generazioni utilizzando i mezzi di comunicazione attuali”. Il britannico, vincitore in Argentina, è un entusiastico sostenitore del campionato elettrico: “Questa è competizione vera, anzi ti dirò che la Formula E è la più difficile: su una macchina normale devi più che altro pensare a spingere, qui devi preoccuparti degli incidenti, stiamo sempre parlando di circuiti cittadini, stando sempre attento al livello di carica della batteria. Qui il pilota conta veramente”. Però se, prima di salutare, gli si fanno i complimenti per la recente vittoria a Silverstone con la Ferrari 488 quasi si commuove. Ma questa è un'altra storia, come diceva Michael Ende. Bird conquista la pole, anzi la super pole e scatta dalla prima casella della griglia. La velocità o il sound non possono certo rapire il feticista della F1 o di Le Mans, ma i brividi ci sono tutti, con le monoposto che fanno la barba alle barriere in cemento passando sotto al naso del pubblico. Le prestazioni assolute non sono stupefacenti (230 km/h di velocità massima), ma la coppia esagerata delle monoposto abbinata a rettilinei brevi alternati a curve a gomito rendono lo spettacolo avvincente, specialmente se sopra di te la gente applaude dai terrazzi quasi fosse la Mille Miglia dei tempi d'oro.

VINCE DI GRASSI - Per la cronaca il 7° round della stagione è stato vinto da Lucas Di Grassi, sempre più leader della classifica al volante della sua ABT Audi, al termine di una gara avvincente, arricchita dal duello fratricida Bird-Vergne, il botto finale del cinese Ma e dall'ancora inusuale spettacolo del pit stop in corsa, col pilota che zompa in sella al cavallo fresco tornando ai box con la batteria quasi a terra. Questo è il futuro, a quanto pare. 

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