Missione compiuta per “Antarctica”, la prima macchina elettrica per l’esplorazione polare progettata da Venturi Automobiles, che lo scorso 6 marzo ha percorso 42 km in mezzo alle temperature rigide del Canada. Un vero e proprio test per Venturi, che conferma il suo forte legame con l’elettrico. Ospite d’eccezione nientemeno che il Principe Alberto II di Monaco nei panni di terzo pilota del mezzo.
Un tragitto per nulla semplice quello che hanno dovuto affrontare i tre piloti: da Dease Lake, con partenza alle 6 del mattino, a Telegraph Creek, con arrivo alle 11.54. Un percorso impervio, considerato una delle strade più pericolose del Mondo nonché tentativo fallito, a causa della natura del terreno e delle difficili condizioni climatiche della zona, di una tappa di un campionato di rally automobilisto all'inizio del XX secolo.
A tagliare il traguardo è stato proprio il sovrano, che uan volta deposti i comandi, ha piantao la bandiera dell'Explorers Club, una prestigiosa assoziazione che promuove dal 1904 l'esplorazione scientifica nel Mondo. Il club, partner fondamentale per la riuscita della missione, ha inviato anche il presidente Richard Wiese per valutare e complimentarsi del lavoro tecnico svolto con la Venturi Antarctica.
L’obiettivo finale è quello di mandare la Venturi Antarctica al Polo Sud presso una stazione di ricerca, così che gli scienziati che vi lavorano possano utilizzare un auto a emissioni zero per trasportare attrezzature e visitare siti geologici, senza creare danni in un'ambiente naturale così unico.
"Venturi Antarctica rappresenta la speranza per il futuro, non solo per scopi scientifici in Antartide, ma forse anche per altri usi in altre parti del mondo - ha detto il Principe Alberto II -.
Ero molto desideroso di seguire il veicolo attraverso le sue varie fasi di sviluppo e di provarlo alla guida: ha risposto in modo molto sensibile ai cambiamenti di potenza o direzione, e la trazione è stata davvero ottimale. Spero che in futuro vedremo questo mezzo come un "progetto di riferimento", che servirà come prova del fatto che i veicoli a zero emissioni sono la giusta risposta alla necessità di ridurre le nostre emissioni di gas serra sia in ambiente urbano che naturale, o in condizioni di temperatura estreme".