McEnroe, dalla terra battuta alle Ferrari

Il campione statunitense e altre leggende del tennis mondiali ospiti a Maranello in seguito a La Grande Sfida. L'auto più apprezzata è stata la F40 dell'87.

ROMA - Un poker di campioni a Maranello. John McEnroe,Sergi Bruguera, Henri Leconte e Mats Wilander lo scorso fine settimana erano tornati a impugnare le racchette in occasione de "La Grande Sfida" di Modena, torneo vinto dallo statunitense che ha battuto in finale lo spagnolo Bruguera. Ma un viaggio in Emilia senza una deviazione in casa Ferrari sarebbe stato incompleto, così dopo i match di domenica, le quattro leggende sono andati in "pellegrinaggio" al quartier generale del Cavallino, dove sono stati accolti da due altrettanto indimenticabili colleghi italiani, Lea Pericoli e Nicola Pietrangeli. 

Il gruppo ha potuto visitare la fabbrica per ammirare da vicino il lavoro nelle linee di assemblaggio delle vetture ad 8 e 12 cilindri, l’ultima nata delle quali è la F12tdf con cui tutti hanno voluto una foto ricordo. Il tour è proseguito nel reparto Classiche dove a colpire maggiormente l’attenzione degli sportivi è stata una F40. John McEnroe (che ha recentemente messo all'sta ala sua 400i nera con cambio automatico) ha voluto sapere tutto della vettura, compreso il prezzo al momento della messa in commercio, nel 1987, mentre Bruguera ha raccontato di quando ebbe modo di guidare proprio questo esclusivo modello: “Fu qualcosa di pazzesco, la vettura più potente mai pilotata. La F40 sapeva trasmettere sensazioni incredibili”. Sempre a proposito di “tradizione”, McEnroe (che negli anni '80 guidava una 400i nera con cambio automatico, recentemente messa all'asta) ha sottolineato quanto questa, assieme al cuore e la passione, siano fondamentali nello sport, anche se, ha scherzato con il suo ben noto sarcasmo, “se il pilota non è troppo bravo è meglio che non esageri con la passione”. 

Il più appassionato dei quattro si è dimostrato Henri Leconte: “Adoro la Ferrari fin da quando ero bambino, da sempre sognavo questa visita e sono estremamente felice di essere qui. Puoi andare in qualsiasi fabbrica ma nessuna è come la Ferrari”. Leconte ha aggiunto poi un concetto: “Ferrari racchiude in sé due aspetti straordinari che ha anche il tennis: evoluzione e tradizione. Anche nel tennis l’evoluzione dei materiali è enorme e non smette mai, ma nel tennis ci sono anche tornei come Wimbledon, in cui non sono permesse stravaganze e tutto è all’insegna della tradizione: ci si può vestire solo di bianco, c’è una storia da sapere, esistono dei passaggi fondamentali da percorrere. La Ferrari rappresenta alla perfezione l’unione di questi due elementi: la tradizione che deriva da uno dei marchi più importanti e conosciuti al mondo e l’innovazione continua che è rappresentata dalle sue vetture”. Al termine della visita i quattro campioni sono stati accompagnati dai collaudatori del Cavallino Ferrari per una passeggiata a Maranello e dintorni a bordo di altrettante California T: il meteo non è certo stato clemente, ma a giudicare dal video, l'esperienza è stata comunque appagante per tutti. 

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