Alfa Romeo Giulia, inizia il countdown

Il punto della situazione, a due mesi esatti dal lancio, sull'atteso modello della svolta del brand Alfa Romeo.
Alfa Romeo Giulia, i tanti volti di un'icona
ROMA - Quanta acqua sotto i ponti... Oltre 50 anni dal 1962, anno in cui l’Alfa Romeo Giulia entrò in produzione (vedi gallery) e 37 da quando andò in pensione. Tra sessanta giorni esatti tornerà: certo, potrebbe anche non chiamarsi Giulia, ma poco importa. Qualsiasi cosa esca dal segretissimo “progetto 952”, le attese, così come le aspettative, sono altissime. Perché l’Alfa è l’Alfa e non solo in Italia, come dimostra il battage travolgente suscitato dall’elitaria 4C negli Stati Uniti. Perché, c’è poco da fare, il Biscione è uno dei simboli del made in Italy con una reputazione che vanta 105 anni di storia. 

L’obiettivo è quello di replicare lo spettacolare rilancio avvenuto con Maserati e allo scorso Salone di Ginevra lo stesso numero uno del marchio, Harald Wester, non aveva rigettato le assonanze tra Biscione e Tridente, nonostante il militaresco riserbo che circonda la nuova auto: ''Il fenomeno del successo Maserati – aveva dichiarato il manager - può essere replicato su più ampia scala con Alfa Romeo. ''Abbiamo risorse, competenze e gli ingredienti ci sono tutti: il marchio, stiamo lavorando sul prodotto e c'è una rete globale di distribuzione. Ma alla base di tutto c'è l'eccellenza dell'esecuzione''.

Ma l’eccellenza non sarà l’unico punto in comune tra i due marchi “cugini”: per essere più veloci di BMW e Mercedes, parafrasando quanto detto dall’A.D. Alfa USA Reid Bigland alcune settimane fa, il nuovo modello usufruirà con una versione aggiornata del V6 3.0 Maserati turbo benzina che nella versione più spinta potrebbe raggiungere i 480 cavalli. Il motore, assieme a un inedito quattro cilindri, verranno prodotti nello stabilimento di Termoli. Lo ha confermato Marchionne lo scorso 8 aprile durante la visita alla fabbrica in occasione dei 30 anni del motore Fire: a pieno regime si produrranno “oltre 200.000 motori, in grado di soddisfare circa la metà dei volumi previsti nel piano Alfa Romeo al 2018”, che “permetterà di azzerare la cassa integrazione a Termoli dove attualmente lavorano 2.400 persone”. La Giulia, o chi per essa, sarà invece costruita nello stabilimento di Cassino. E la speranza, vedendo anche quanto sta accadendo a Melfi grazie al successo di Fiat 500X e Jeep Renegade, è che al modello non corrisponda un rilancio del solo marchio. 
 

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