Dieselgate, il Governo tedesco accusa ancora FCA

Non ci sono prove concrete, ma l’accusa è quella di un’ipotetica installazione di un dispositivo fraudolento su alcune auto del Gruppo italo-americano
Dieselgate, il Governo tedesco accusa ancora FCA

ROMA – Un altro capitolo si aggiunge alla lunga storia del Dieselgate e questa volta è FCA il soggetto interessato, anche se finora il suo coinvolgimento è a livello puramente teorico. Il Governo tedesco, infatti, ha accusato il gruppo italo-americano ma non ha portato nessuna prova concreta riguardo all’accusa di un’ipotetica installazione di un dispositivo fraudolento su alcune auto del Gruppo. Dalla Germania è partita una lettera – senza prove concrete - destinata alla Commissione Europea e al Ministro dei Trasporti italiano, dove quattro modelli vengono indicati come dotati di un congegno che sarebbe in grado di spegnere parte dei catalizzatori in determinate condizioni di utilizzo.

È la seconda volta in pochi mesi che dalla Germania arrivano accuse a FCA e indirettamente alle autorità italiane, che si occupano della verifica e dell’omologazione di tutte le auto vendute sul nostro mercato. La risposta di FCA è stata chiara: tutte le auto del Gruppo sono conformi alle regole di omologazioni e non hanno nessun dispositivo in grado di farle barare sulle emissioni. Parole che il Ministro Delrio aveva già confermato nel giugno scorso e che ha ribadito in questi giorni. Secondo i test condotti dalle istituzioni tedesche, invece, esisterebbe un particolare catalizzatore all’ossido di azoto, che si attiverebbe troppo tardi. Le auto coinvolte sarebbero la Fiat 500 X, il Doblò e la Jeep Renegade.

Il merito tecnico dell’accusa mossa dai tedeschi è quello della cosiddetta “thermal vindow”, ovvero l’arco di tempo in cui il motore non ha ancora raggiunto la temperatura di esercizio. Il protocollo di omologazione permette una maggiore libertà di emissioni in questo arco di tempo, affinché la centralina possa bypassare parte dei catalizzatori per evitare che nei condotti si formi una condensa che sarebbe molto dannosa per i componenti stessi. Questa thermal vindow, però, dovrebbe essere legata solo all’avviamento con temperature molto fredde, mentre secondo la KBA – la motorizzazione tedesca – molte Case automobilistiche (tra cui FCA) la usano con troppa libertà. Nello specifico, anziché per 20 minuti, le auto del gruppo italo americano userebbero questa finestra per 22 minuti.

Ad ogni modo la Commissione UE non ha finora ricevuto nessuna lettera da parte della Germania in merito ai valori dei test sulle emissioni delle auto FCA. «Da quanto capiamo, il dialogo tra la Germania e l'Italia è in corso e seguiremo gli sviluppi da vicino» ma «finora non abbiamo ricevuto nessuna richiesta formale d'intervenire da parte della Germania o dell'Italia», ha dichiarato la portavoce Lucia Caudet. In base alle regole attuali, ha ricordato, «si tratta prima di tutto di un dialogo tra i due stati membri coinvolti, con un obbligo di mantenere la Commissione informata e la possibilità da parte della Commissione di facilitare una soluzione se non si riesce a trovare altrimenti nessun accordo».

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