Quando la Mini, negli anni Sessanta, inizia a riscuotere grande successo in Inghilterra, imponendosi sin da subito come un'icona di stile, la Innocenti, grazie alla licenza Austin Morris, decide di importarla in Italia. Questo è solamente l'ultimo episodio di un'invasione di vetture straniere che stanno mettendo in crisi il mercato automobilistico italiano.
Serve una reazione. La Fiat decide di creare un’auto che esprima eleganza e personalità: insomma, vuole rivolgersi alla clientela più abbiente. Il progetto, inizialmente denominato X1/2, viene affidato all’ingegner Giacosa. Che ha le idee chiare su tutto: la nuova macchina deve essere piccola, facile da guidare, “stilosa”, a consumi ridotti e, novità per il mercato italiano dell’epoca, a trazione anteriore. C’è un problema: Giovanni Agnelli, tantissimi anni prima, aveva posto il divieto di trazione anteriore in Fiat.
Giacosa decide allora di produrre la X1/2 per la Autobianchi, società nata dal quadrumvirato Ferruccio Quintavalle-Alberto Pirelli-Vittorio Valletta-Gianni Agnelli, nipote di Giovanni. Sta per nascere la A112, che nel 2019 compie 50 anni.
