Prezzi benzina, aumenti per il weekend del 25 aprile

La coincidenza dell'incremento dei prezzi alla pompa con il periodo festivo è, in realtà, dovuta alle tensioni USA-Iran, che ha portato l'impennata delle quotazioni del petrolio, avviata lo scorso febbraio
Prezzi benzina, aumenti per il weekend del 25 aprile

Non è un rialzo da lungo ponte pasquale, quello rilevato sui prezzi dei carburanti alla pompa. Per fare i conti con l’aumento delle accise, destinato a scattare dal gennaio 2020 in assenza di misure alternative che neutralizzino le clausole di salvaguardia previste dal Documento di Economia e Finanza, ci sarà tempo.

STOP ESENZIONI SI RIFLETTE SUI PREZZI

L’attualità dice di un rialzo dei prezzi che, a dispetto della coincidenza con il periodo di festività, va letto nelle tensioni USA-Iran, con l’annuncio degli USA dello stop all’esenzione all’acquisto di greggio dall’Iran riconosciuta, fino al 2 maggio prossimo, a 8 Stati: Italia, Grecia, Turchia, Giappone, Korea, Taiwan, India, Cina.

Secondo i rilevamenti condotti da Staffetta Quotidiana, il prezzo medio della verde alla pompa è di 1,618 euro/litro al self service, 1,739 euro/litro al servito. Il Diesel passa a 1,508 euro/litro self e 1,638 euro/litro servito, mentre per il GPL si rileva un prezzo medio (tra marchi e pompe no logo) di 0,644 euro/litro servito che diventano 0,999 euro/kg per il metano servito.

Gli ultimi rialzi, rilevati mercoledì, valgono 1 centesimo di euro sui listini Eni e IP.

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PETROLIO IN RIALZO DA FEBBRAIO

L’andamento dei prezzi alla pompa è la rappresentazione di quotazioni internazionali che, dallo scorso febbraio, hanno intrapreso una crescita costante, fino al 22 aprile scorso.

Si è passati da quotazioni di 61 dollari/barile per il petrolio Brent – estratto nel Mare del Nord - (52 dollari per il petrolio WTI, di provenienza texana) a inizio febbraio a, rispettivamente, 74 e 66 dollari al barile nelle quotazioni del 24 aprile.

Dal 22 aprile, data dell’annuncio di Trump dello stop alle esenzioni all’importazione di petrolio dall’Iran, dopo il 2 maggio 2019, l’impennata da 71 a 74 dollari al barile, che diventano 66 dollari dai 63 dollari per il greggio WTI.

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