FCA-Renault, strada in salita: Nissan punta i piedi

Domani il CdA di Renault dovrebbe dare una risposta definitiva, ma il Ceo della casa nipponica, Hiroto Saikawa, è stato possibilita quanto gelido: "tuteliamo interessi giapponesi, serve una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault". E il Governo francese vuole la sede a Parigi e un a.d. in quota Renault
FCA-Renault, strada in salita: Nissan punta i piedi

La partita si chiuderà molto presto, con l'intervento dello stato francese ad accelerare ulteriormente la trattativa verso il punto di non ritorno nella negoziazione tra FCA e Renault. Progressivamente sempre più lontane dalla proposta originaria di una fusione paritetica avanzata il 27 maggio scorso, e con una sede in Olanda. Domani il CdA di Renault dovrebbe dare una risposta definitiva all'iniziativa di fusione avanzata da FCA, ma già nel week end la Francia ha chiesto al Lingotto ulteriori garanzie, con un incontro a Parigi tra il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire e il presidente di FCA, John Elkann.
Secondo le indiscrezioni raccolte dal quotidiano Le Monde, FCA avrebbe sostanzialmente accondisceso, con “John Elkann, attuale presidente di FCA, al posto di presidente del consiglio d'amministrazione e Jean-Dominique Senard, direttore generale (Ceo) delle due aziende e membro del consiglio". Il tutto per una "durata di quattro anni e dotato di un meccanismo di salvaguardia che permetta di evitare che il potere vada nelle mani di un solo azionista".
Sempre secondo Le Monde negoziati sono in corso "sulla questione di un possibile dividendo eccezionale versato a Renault per compensare un potenziale squilibrio". Secondo fonti del ministero francese dell'Economia, quella di FCA è "un'offerta amichevole e lo deve restare".
"Lo Stato francese non è senza scelta. Analizzeremo l'insieme del "deal" per vedere se è equo oppure no", avvertono a Parigi, aggiungendo: "Saremo attenti al fatto che gli impegni presi, in particolare sull'impronta industriale e la localizzazione dei centri di decisione e di ricerca, siano controllabili e verificabili". Inoltre, "con il 7,5% del nuovo insieme, lo Stato dovrà essere rappresentato nel Consiglio di Amministrazione della holding".
Come se non bastasse, a precedere il CdaA di Renault - non a caso? - fissato per domani, interviene Nissan a complicare la strada all'accordo, che in una prospettiva industriale corretta non può fare assolutamente a meno del partner giapponese e del suo bagaglio di tecnologie e brevetti. Hiroto Saikawa, ceo di Nissan, precisa in una nota alcuni paletti che sembrano negare l'inclusione automatica del marchio giapponese nella nuova società, e che suggeriscono invece la nascita di un rapporto esterno ancora tutto da definire, come alleato. “La proposta attualmente in discussione tra FCA e Renault  è una fusione completa che, se realizzata, altererebbe significativamente la struttura del nostro partner Renault. Ciò richiederebbe una revisione fondamentale della relazione esistente tra Nissan e Renault". Hiroto Saikawa è fin troppo netto: "Dal punto di vista della protezione degli interessi di Nissan, Nissan analizzerà e prenderà in considerazione i suoi rapporti contrattuali esistenti e il modo in cui dovremmo operare in futuro".

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