Lamborghini, Aventador ibrida "vecchia scuola"

La supercar avrà un'alimentazione termica unita al pacco batterie agli ioni di litio: un passo indietro rispetto ai supercondensatori appena lanciati dalla Sián al Salone di Francoforte. Maurizio Reggiani spiega perché si tratta di una necessità
Lamborghini, Aventador ibrida "vecchia scuola"

Il progetto Aventador ibrido non potrà ricalcare il sistema dei supercondensatori della Sián: una necessità dettata dalla questione delle emissioni di Co2, anche se il nuovo progetto manterrà tutta la potenza del classico V12 aspirato della Casa di Sant'Agata.

Così, dalla tecnologia dei superconduttori, compatti accumulatori, leggeri e in grado di caricare e cedere energia molto rapidamente, si andrà nella direzione di un più classico sistema ibrido con batteria agli ioni di litio.

Il perché? La necessità di assicurarsi una quota di autonomia, per quanto limitata, in modalità elettrica. “Con un superconduttore puoi accumulare a parità di ingombri tre volte più energia di una batteria.

Al momento è chiaro, comunque, che non può garantire l’autonomia per fare anche 5 o 10 km in modalità totalmente elettrica, la capacità di accumulo non è sufficiente”, ha spiegato il responsabile dell’area tecnica, Maurizio Reggiani, agli australiani di Car Sales.

AVENTADOR, TRA SPORTIVA E GRANTURISMO

Il progetto Aventador avrà connotati piuttosto diversi in più aree. Resterà il modello di punta Lamborghini e dovrà far coesistere una sportività estrema con caratteristiche da granturismo, che sappia essere anche più comfortevole se necessario. “Ho dato ai miei ingegneri l’obiettivo di migliorare radicalmente il controllo del telaio, dice Reggiani, indicando in una specializzazione del sistema di quattro ruote sterzanti uno dei punti cruciali.

QUESTIONE PESO E PERCEZIONE DI GUIDA

La sfida che accomuna tutti i big del panorama supercar alle prese con progetti ibridi resta sempre una: l’incremento di peso dettato dal pacco batterie, l’elettronica di controllo, il motogeneratore – dove non più unità –.

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E con architetture spesso già al limite quanto a ricerca sui materiali e alleggerimento, l’aggravio dei 150-200 kg mediamente legati a un sistema elettrico accoppiato al motore termico diventa un surplus da “mascherare” nella dinamica di marcia.

“Anche se l’auto incrementa il peso, è importante che il cliente percepisca di guidare una macchina agile che faccia ciò che loro vogliono”, ha approfondito Reggiani. Sui tempi che porteranno a scoprire il nuovo progetto, ancora bocche cucite. Recenti rumours vorrebbero lo slittamento del debutto al 2024.

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